“Davide Ballardini torna a Palermo e trova una squadra ben diversa da quella che aveva lasciato il dieci gennaio a Verona. Quella era una squadra debole, inesperta, con evidenti lacune nell’organico ma era ancora una squadra Oggi il Palermo non c’è più, ne restano le macerie sotto le picconate di Zamparini. Non c’è più la squadra, non c’è il pubblico, resta una classifica che nonostante tutto ancora consente di sperare nella salvezza. I giocatori rosanero non sono svogliati come sostiene Giovanni Mazzola, sono confusi da una gestione societaria dispotica e nevrotica. Anche i migliori (Hiljemark per fare un nome, ma anche Lazaar che l’anno scorso aveva fatto bene) non hanno più una identità […]. E i petardi non migliorano certo la situazione. Si potrebbe dire che quelli di domenica sera non erano rivolti alla squadra ma a Zamparini. […] Davide Ballardini trova dunque una squadra diversa. Dieci giorni per ritrovare il bandolo della matassa e soprattutto per restituire al gruppo rosa la “dignità” smarrita in queste ultime settimane. Parliamo di dignità in termini strettamente tecnici e non legata all ‘impegno. Calciare certi corner, non riuscire a fare tre passaggi di fila, farsi saltare dagli avversari come birilli, sbagliare il tempo in elevazione non è dignitoso per un calciatore di Serie A […]”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.