Giornale di Sicilia: “Palermo, via all’operazione di salvataggio”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” approfondisce le dichiarazioni trapelate dalla conferenza stampa di presentazione della nuova proprietà del Palermo. I Tuttolomondo hanno presentato il progetto che dovrà salvare la società: «Il 3 maggio, contestualmente al trasferimento azionario, abbiamo sottoscritto il capitale e versato in banca 1,25 milioni, dei quali contiamo di avere l’attestazione entro venerdì (domani,ndr). Nei giorni a seguire immetteremo 3,75 milioni per completare i 5 milioni di capitale, ma questo non basta. Ci siamo impegnati a saldare 4,4 milioni di debiti tributari ed entro il 3 giugno metteremo in totale 10 milioni, con le nostre forze». Entro il 24 giugno dovrà essere completata la documentazione necessaria all’iscrizione del campionato (comprensiva dei pagamenti degli stipendi di marzo, aprile e maggio) ed entro il 30 di giugno vanno saldati i 20 milioni di Mepal: «Ci siamo accollati il debito, più facile di così…Massimo rispetto per York Capital, ognuno fa la propria parte. Noi abbiamo lavorato nel massimo riserbo. Non abbiamo bussato a nessuna porta. Molte persone, anzi, hanno provato ad entrare. Se il club va in A, in dieci bussano alla nostra porta. Finora hanno bussato in due-tre». L’operazione complessiva prevede un investimento di 30 milioni per saldare tutti i debiti del Palermo: «Dobbiamo metterci la faccia, oltre che il portafogli. C’è gente che aspetta soldi da qualche anno. Noi dobbiamo portare il Palermo dalla terapia intensiva alla corsia, che passa dalla chiusura del campionato per iscriverci al prossimo. De Angeli? Se il Palermo ultimamente è andato male non è per volontà sua. È una stimata professionista che da oltre 40 anni vive di calcio, non è soltanto il referente di una proprietà. Ci risulta in maniera irrevocabile che sia stimata anche in Federazione. Noi ribadiamo che è e resta il nostro direttore amministrativo». Un ricordo al padre Antonino: «Questo è un atto alla sua memoria, conosco la Sicilia dagli anni ’60 perché lo accompagnavo spesso ad Agrigento». Anche il fratello Walter lo ricorda: «Era un siciliano autentico. Noi tutti proseguiamo sulla sua linea di indirizzo, soprattutto etica, della quale ci facciamo vanto».