“I soldi non ci sono ancora, ma il fatto di essere riuscito a zittire Zamparini vuol dire che Paul Baccaglini, nonostante i soli 33 anni e una totale incompetenza di calcio (per sua stessa ammissione) sa cosa vuol dire comandare. Incontrarlo come un viaggio nell’iperuranio, tra termini di finanza, slogans mutuati dal basket americano e l’entusiasmo che i giovani ci mettono nelle imprese più difficili. Perché Paul Baccaglini punta in alto. Non solo a un grande Palermo, alla realizzazione di stadio e centro sportivo, ma punta anche a contribuire al cambiamento di questa città. «Pif mi ha detto che è possibile e io non mi arrendo, lasciatemi provare». Il riferimento ovviamente alla costruzione dello stadio, un’opera importante in un quartiere difficile, qualcosa che va oltre ogni sua esperienza ma che non lo spaventa. Adesso c’è il presente e dunque restiamo a una situazione ancora non del tutto definita, benché la recente querelle con Zamparini sul possibile cambio del tecnico ha segnato un punto in favore della credibilità di Baccaglini. Intanto ieri Zamparini ha annunciato che il closing potrebbe essere anticipato. Un annuncio che in effetti spetterebbe a Baccaglini, in quanto lui che porta i soldi. Gli strappiamo il primo sorriso. «Certo, noi abbiamo i nostri progetti e preferisco rimanere fermo su quella data per il passaggio delle quote (30 aprile ndr), non so se sarà possibile anticipare tutto». I rapporti tra Baccaglini e Zamparini sono da tempo sotto osservazione. Domenica notte hanno subito una svolta, quando Baccaglini ha contraddetto Zamparini ricordandogli che il presidente e lui e che dunque lui solo può decidere se cambiare allenatore. «Zamparini una persona straordinaria – dice Baccaglini – Ed è da capire. Mi sembra normale che la chiusura di un ciclo tanto lungo porta a particolari situazioni emotive. Mi sembra un po’ quando incontriamo una nostra ex e automaticamente ci avviciniamo per baciarla sulle labbra. Poi pensiamo: ma che sto facendo? Con quel comunicato Zamparini ha voluto ricordare a se stesso che non è più lui che prende le decisioni nel Palermo». Anche se fin quando ogni atto sarà non definito Zamparini avrà la possibilità di cambiare idea. «Non è una cosa facile – prosegue Baccaglini – É vero che i soldi non sono stati versati, ma abbiamo già firmato un contratto che stabilisce in modo preciso i termini dell’operazione e per nessuna delle parti e possibile tirarsi indietro. In questo senso sono tranquillo, Zamparini non verrà meno ai suoi impegni e lo ha dimostrato proprio con quel comunicato. Del resto la nostra collaborazione con Zamparini riguarda tutte le sue attività. Per cui noi offriamo una consulenza di ristrutturazione, il Palermo invece lo acquisiamo direttamente compresa la società che detiene il marchio». Dunque la prima decisione da presidente del Palermo di Paul Baccaglini è stata quella di confermare Diego Lopez Sulla panchina del Palermo, rinunciando alle pressioni per riprendere Ballardini, che a sua volta non aveva nessuna voglia di tornare per un’impresa ben più difficile di quella dello scorso anno. Per ottenere il si del tecnico di Ravenna il Palermo avrebbe dovuto alzare il tiro, forse anche garantirgli due anni di contratto, tutte cose che il nuovo giovane presidente non ha avallato. «Io non ho le competenze per dire se sia più bravo Diego Lopez o Ballardini. Dico solo che ho parlato con Lopez, mi è sembrato motivato, ci crede ancora. Cosa può servire il cambio di allenatore in questo momento? Un altro tecnico cosa potrebbe fare di diverso, l’organico è questo. Cambiare sarebbe stato comunque destabilizzante». Baccaglini sa di basket, poco di calcio, ma s’é reso conto presto che l’organico del Palermo non è competitivo per questo campionato. «No, io non ho la competenza per costruire le squadre, ma una squadra come questa non I’avrei costruita. Ma ormai c’è poco da fare, proviamo a salvarci e poi ci sarà da ricostruire tutto». Non sarà facile ricostruire e Baccaglini lo sa. Il suo pensiero vola spesso allo stadio, al merchandaising, a tutte le attività a margine del calcio. L’idea di un grande Palermo autosufficiente con i proventi commerciali, come i club di Premier League, affascinante. Ma Baccaglini sa anche che se la squadra non tira, se non vince, tutto sarà più complicato. «É vero e mi fa piacere che i fans in questi giorni non mi abbiano chiesto di fare subito una grande squadra. Ma di operare in modo lineare. É chiaro che se dovessimo andare in B proveremo a tornare subito in serie A, ma l’organico in gran parte è da ricostruire. Posso garantire che ci affideremo a uno staff di manager di assoluta esperienza nel calcio, non ho la presunzione di prendere certe decisioni. I nomi dopo il passaggio delle quote». Baccaglini continua a parlare al plurale, ma finora l’unico nome e l’unico volto della Integritas Capital (il fondo che finanzierà l’acquisto del Palermo) lui con i suoi 33 anni, col suo sorriso e col suo ottimisrno. Poco per allentare la coltre di diffidenza, stato d’animo peraltro rilevante nel dna dei palermitani. «Capisco le perplessità, ma nei tempi giusti tutto sarà chiaro. Quando dovremo chiudere l’operazione presenteremo in Lega calcio tutta la documentazione necessaria che sarà valutata. Io sono tranquillo». Intanto, una rogna e un appello in questo giorni di grande intensità mediatica. La rogna sono le dichiarazioni dell’avvocato americano Tacopina, che ha accusato Baccaglini di avere quasi imbrogliato Frank Cascio. La cosa finirà in un’aula di tribunale. «Non so a cosa si riferisce Tacopina – dice Baccaglini – Non capisco dove avrei frodato Cascio, con cui sono rimasto in buoni rapporti. Anzi, se Frank vuole farsi avanti con progetti sono disponibile a parlarne».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.