La vendetta del redivivo? No, o quasi. Tedino ci prova, come sempre a sottolineare gli atteggiamenti positivi dei suoi giocatori, ma quando qualcosa va storto sotto gli occhi di tutti non può farne a meno. E il Palermo ha iniziato il ritiro con un passo non positivo. Soprattutto quando in squadra le teste che pensano all’addio sono tante. Come può passare in cavalleria il ritardo di Struna e Nestorovski al raduno? Non può, appunto, tanto che lo stesso Tedino è costretto a dire che tale ritardo non va bene. Poi prova ad alleggerire il colpo, ma i due non hanno alibi o scusanti. Non può però essere questo a dare fastidio ad una squadra piena di gente cha a Palermo non ci si vede più. Guidata da un allenatore che, stando a quanto riferito da Zamparini, era stato esonerato perché non aveva più il polso della squadra. Del passato Tedino non vuole parlare. Lo fa solo in merito al tracollo di metà stagione, da qual 4-0 a Empoli alla sconfitta interna col Foggia. Da lì il gruppo ha perso autostima e il resto è stato solo una conseguenza. Ora le ambizioni del Palermo sembrano ridimensionate, senza più proclami di vittoria e di promozione ma con progetti puntati su gente di categoria. I giocatori devono seguire l’esempio che Tedino sta dando in questi giorni sul campo. Tecnico sedotto e abbandonato, poi richiamato sulla panchina più bollente della sua carriera e in una situazione per nulla semplice. Per questo Tedino ha marcato presenza per primo nella sede del ritiro, dove ha atteso l’arrivo della squadra. Li ha rivisti tutti faccia a faccia dopo una stagione stagione che non è andata come previsto.