“Il Palermo ha toccato il punto più basso degli ultimi quindici anni. Due anni chiusi formalmente in pareggio non bastano per definire sani i conti del club rosanero. Anzi, aver raggiunto il «break even» solo grazie all’attività straordinaria, un campanello d’allarme per una situazione che adesso diventa più chiara. Per non chiudere in perdita è stata necessaria la cessione di Dybala alla Juventus e la quella della Mepal, società controllata dal Palermo a cui in precedenza era stato ceduto il marchio proprio per poter creare una plusvalenza. Il tutto per un totale di 87 milioni di crediti (e non liquidi), a fronte di 102 milioni di debiti al 30 giugno 2016. Uno squilibrio che ha portato il Palermo ad avere una posizione finanziaria netta a breve termine negativa per 17,4 milioni (- 24,9 milioni a lungo termine). L’escalation debitoria nei quindici anni di era Zamparini palese: nel 2007 il club registra il suo primo utile con soli cinque milioni di debiti verso le banche, mentre le maggiori passività erano dovute ad un mercato più dispendioso, con poco meno di 50 milioni di debiti verso le altre società calcistiche. Quello era un Palermo che investiva per rinforzare l’organico, potendoselo permettere, cosi come negli anni a venire: nel 2009, «spinto» dalla contabilizzazione delle cessioni di Zaccardo, Barzagli e Amauri con conseguenti plusvalenze per circa cinquanta milioni, i rosanero superarono per la prima volta nella storia i cento milioni di ricavi, con un utile da 18 milioni. In più il club chiuse l’esercizio con un patrimonio netto di 39,5 milioni (altro record) e «solo» 7 milioni di debiti verso le banche (pur avendo ridotto tale voce a milioni l’anno prima). Per fare un confronto con il Palermo attuale, negli ultimi due anni i debiti verso le banche esigibili entro l’esercizio successivo non sono mai andati sotto i 15 milioni, mentre il totale dovuto agli istituti di credito passato dai 45 milioni del 2015 ai 40 milioni del 2016. La mazzata? Subito dopo la finale di Coppa Italia del 2011, complici la crisi finanziaria mondiale e un bilancio chiuso in rosso a dispetto della cessione di Javier Pastore. II Palermo inverte la tendenza sul campo e fuori: retrocede in Serie B e l’indice di indebitamento passa dal 2,58 del 2011 al 9,87 del 2016. In più deve rimodulare gli stipendi e ripiana il passivo da 27,6 milioni cedendo il marchio alla Mepal. Quella stessa Mepal che a luglio è stata ceduta alla società anonima lussemburghese Alyssa SA per salvare il bilancio. Un’ancora che il Palermo non ha più, col rischio di fare un passo indietro di trent’anni nella propria storia”. Questo quanto riportato da “Il Giornale di Sicilia”.