“Da Sportilia a Coccaglio, passando per tante località amene, il Palermo non s’é fatto mancare negli ultimi dodici anni ritiri, «caldissimi». Mosse che non sono garanzie assolute di svolta o vittoria, ma che in linea di massima hanno ottenuto più effetti positivi che negativi. Ecco perché Zamparini ci riprova, un po’ per scaramanzia. L’obiettivo? Infondere fiducia ed entusiasmo al gruppo, cose che al Palermo sembrano esserci a parole, ma che si sciolgono come neve al sole in partita, durante gli incontri che valgono tre punti. Una veloce carrellata dei soggiorni obbligati, che, in rosanero. Zamparini ha inflitto all’allenatore e alla squadra di turno dimostra che il ritiro può anche far bene. E pazienza se per qualche giorno i calciatori sono costretti a dividersi fra hotel e campo, senza molti diversivi e lontani dagli affetti familiari. Il primo ritiro dell’era Zamparini datato ottobre 2002: i rosa di Arrigoni, sconfitti 3-1 a Salerno, furono spediti a Sportilia, dalle parti delI’allora ds Rino Foschi; gli effetti furono benefici perché, alla giornata successiva arrivò un successo esterno, 1-3 (doppietta di Zauli e gol di Santana) a Vicenza. Tristissimo fu il ritiro del gennaio dopo tre pareggi e una sconfitta: pochi giorni prima era morta prematuramente Roberta, moglie del centrocampista rosanero Daniele Di Donato, un lutto che condizionò il soggiorno alla Borghesiana, seguito da un pari senza reti con la Samp. A meta febbraio di quell’anno, approfittando di una sosta del campionato di B. Zamparini diede il ad Arrigoni, sostituendolo con Sonetti: nuovo ritiro a Roma, alla Borghesiana, con pessimo effetto immediato, una sconfitta per 2-1 con il Siena, ma ottimi a lungo termine, sette pareggi e altrettante vittorie fino alla penultima giornata di campionato, prima dello stop fatale con il Lecce, che negò la promozione in A. Nel massimo campionato il primo ritiro arrivò ad aprile 2007, dopo una sconfitta casalinga con il Cagliari e una striscia negativa di 3 stop e 6 pari. L’esonero di Guidolin sembrava cosa fatta, ma poi Zamparini scelse Desenzano sul Garda e Salò. vicino Brescia (cioè casa dei vari Corini, Guana, Agliardi e Diana), come luogo da dove ripartire. La nuova chance al tecnico di Castelfranco Veneto fruttò un 2-2 a San Siro con I’lnter, pari sfortunato dopo un doppio vantaggio. La panchina di Guidolin, però, sarebbe saltata la settimana successiva, dopo un 3-4 allo stadio “Barbera» contro il Parma. Qualche settimana dopo, a maggio, lo stesso Guidolin avrebbe rilevato la coppia Gobbo-Pergolizzi e ricominciato da un nuovo ritiro, stavolta alla Borghesiana, prologo di un doppio 2-1, a Siena e Udinese, che avrebbe certificato la qualificazione all’Europa League. […].In tempi recenti non sono mancati i ritiri: nel febbraio 2013 il Palermo di Gasperini — rientrato dopo la breve parentesi di Malesani — si allenò a Novarello, prima di uno 0-0 sul campo del Torino: nell’ottobre 2014, dopo un pesante ko con l’Empoli, Zamparini chiamò lachini e i suoi ragazzi in Friuli, a Gradisca d’Isonzo e nella gara successiva (2-1 al Cesena) solo un gol nel recupero di Gonzalez salvo la panchina del tecnico marchigiano; dodici mesi dopo stessa località, con lachini in sella, e un ritiro che — come la prossima domenica — culminò nella trasferta di Bologna, vinta 0-1, grazie a una rete di Vazquez; I’ultimo ritiro, prima di quello in corso, ha fatto storia, a suo modo: lo scorso gennaio a Coccaglio, il tecnico Ballardini e il capitano Sorrentino sfiorarono la rissa. I rosa s’imposero sul campo del Verona, poi Zamparini cacciò l’allenatore…”. Questo quanto si legge oggi su “Il Giornale di Sicilia”.