Giornale di Sicilia: “Palermo, disposta una superperizia sui conti. La decisione sul fallimento slitta ancora, tre esperti al lavoro”

Il cellulare del presidente del Palermo, Giovanni Giammarva, ieri mattina è squillato in due momenti cruciali – dopo l’udienza davanti alla sezione fallimentare del tribunale e dopo il deposito del provvedimento da parte dei giudici – e in entrambi i casi, sullo schermo del suo cellulare, è comparso il nome del chiamante: «Zamparini Maurizio», che chiaramente voleva notizie. Ogni decisione sulle sorti della società rosanero, però, slitterà almeno alla seconda meta del mese di febbraio. II collegio della quarta sezione (presieduto da Giovanni D’Antoni, a latere Raffaella Vacca e Giuseppe Sidoti) ha infatti deciso di disporre una perizia, affidando l’incarico di studiare tutti i documenti depositati dalla Procura a sostegno dell’istanza di fallimento a tre esperti, un palermitano, un bolognese e un pescarese. Entro cinquanta giorni, il pool di tecnici dovrà rispondere ad una domanda (solo apparentemente) semplice: il Palermo è in stato di insolvenza? Anche la difesa di Zamparini, rappresentata dagli avvocati Francesco Paolo Di Trapani, Francesco Pantaleone, Francesca Trinchera, Gaetano Terracchio, Nicola De Renzis e Lorenzo Stanghellini, nominerà dei suoi consulenti per poter partecipare alla perizia. Il primo appuntamento tra le parti e fissato per mercoledì prossimo, giorno in cui sarà stilato un calendario dei lavori. Decorsi i cinquanta giorni, ce ne saranno dieci per permettere alle parti di vagliare l’esito del lavoro degli esperti e, infine, altri dieci per consentire ai periti di formulare le loro controdeduzioni. L’esito degli accertamenti sarà poi consegnato ai giudici, che solo a quel punto prenderanno una decisione. Le opzioni saranno due: accogliere la richiesta di fallimento formulata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Francesca Dessì ed Andrea Fusco, secondo cui il Palermo avrebbe accumulato debiti per circa 63 milioni e non sarebbe più in grado di autofinanziarsi, oppure rigettarla, ritenendo invece fondate le tesi della difesa, per cui il debito sarebbe di molto inferiore -circa 32 milioni – e non vi sarebbero i presupposti per avviare la procedura fallimentare. Ieri mattina, la seconda udienza davanti al collegio della quarta sezione del tribunale fallimentare 6 inizia-ta puntuale alle 9.30 e si è conclusa alle 10.45. Giammarva, come il pool di avvocati, è uscito dall’aula «sereno, come ha ribadito, e soddisfatto di essersi potuti confrontare per la prima volta con la Procura. Entrambe le parti, infatti, hanno esposto le loro conclusioni ai giudici, illustrando brevemente tutti i documenti presentati in queste settimane. Il collegio si è poi ritirato in camera di consiglio. Si 6 capito subito che qualcosa sarebbe successo in giornata, addirittura nell’arco di poche ore. E sono immediatamente partite le scommesse sull’esito. Le possibilità erano (in ordine sparso) quattro in quel momento: accogliere la richiesta di rinvio dell’udienza avanzata dai pm per poter fare alcuni approfondi-menti sui documenti presentati dalla difesa; accogliere l’istanza della Pro-cura e avviare la procedura fallimentare, con la nomina contestuale di un curatore; rigettare la richiesta e dare ragione a Zamparini oppure – come è avvenuto – disporre una perizia. La scelta dei giudici pub significare che non tutto e cosi chiaro e lapalissiano come sembra nei conti del Palermo (sui quali è aperta anche un’inchiesta penale). Ne nella lettura fornita dai pm, sulla scorta della consulenza dell’esperto analista di bilanci Alessandro Colaci, ne in quel-la data dalla difesa. Il pool di avvocati di Zamparini così come Giammarva si sono mostrati fiduciosi: «Cosi, da un punto di vista tecnico, 6 anche meglio perché potrà essere fugato ogni dubbio sulla situazione economica del Palermo e anche grazie ad un confronto tra le parti»“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna del “Giornale di Sicili”.