La Supercoppa a Pechino ha aperto la strada, ma per il futuro il calcio italiano si prepara a viaggiare sempre di più in Cina. Un progetto che si inserisce nell’accordo pluriennale su cui lavorano i vertici del calcio italiano con China Media Group, principale gruppo media dello Stato cinese. Un ponte tra i due Paesi di cui si discuterà domani nel corso di un incontro a cui parteciperanno i rappresentanti di Pechino – tra loro il viceministro della comunicazione, Shen Haixiong -, il presidente della Figc Gravina, quello della Lega Serie A, Gaetano Micciché, e l’ad della Lega, Luigi De Siervo. Domani si discuterà anche di diritti tv, con Shen Haixiong che guida un sistema di broadcaster da 1.5 miliardi di audience potenziale. Stando a quanto riferito dall’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”, la Lega di serie A ha ipotizzato addirittura di esportare la partita d’esordio del campionato. Un’ipotesi che ha fatto arrabbiare non poco la Figc, fino alla dichiarazione del presidente Gravina: «La Serie A in Cina? Dico no, perché il campionato si gioca in Italia perché si chiama italiano». Nella lettera di intenti con Pechino si parla in effetti di «gare ufficiali» da disputare in Cina nei prossimi tre anni e il progetto Var da avviare a beneficio degli arbitri asiatici. Per i match non viene specificato se si tratta di serie A, Coppa Italia o Supercoppa. A rendere difficile esportare la serie A, oltre a ostacoli regolamentari, anche la sostanziale contrarietà della Fifa, che ha già bloccato il progetto della Liga spagnola per un turno di campionato negli States.