La prima gara stagionale con tre gol subiti è arrivata come uno schiaffo. Il crollo contro la Cremonese ha spazzato via, in un solo colpo, tutte le certezze costruite nelle settimane precedenti. Troppo grave il blackout degli ultimi minuti, troppo morbida la reazione della squadra alle sortite offensive dei grigiorossi. Ora la trasferta contro la Salernitana diventa uno snodo fondamentale: servirà per capire se quella di sabato scorso è stata solo una parentesi negativa, figlia più di un calo mentale che tecnico.

Come analizza Alessandro Arena sul Giornale di Sicilia, se fino a quel momento i gol subiti dal Palermo erano legati soprattutto a errori individuali — Desplanches col Pisa, Nikolaou contro lo Spezia, Audero con la Sampdoria — contro la Cremonese si è spenta tutta la linea difensiva. Gli esterni hanno offerto poco supporto (in particolare Diakité sulla destra) e diversi giocatori hanno chiuso la partita con i crampi, segnale di una condizione fisica non ottimale. La velocità e la qualità degli avversari hanno mandato in tilt il terzetto difensivo.

Contro la Salernitana, che nel 2025 ha cambiato marcia in casa ma resta il secondo peggior attacco della B, il tecnico Dionisi dovrebbe riproporre la linea ormai consolidata con Baniya, Magnani e Ceccaroni. Da quando è stato scelto questo terzetto, la retroguardia ha trovato un’identità, interrotta solo dalle squalifiche del centrale ex Venezia, che hanno portato Blin ad arretrare al centro e a Ceccaroni a spostarsi a sinistra.

Nel disastroso finale contro la Cremonese, proprio le scelte obbligate e i cambi hanno inciso: con Ceccaroni fuori per crampi, Blin è stato dirottato a sinistra, e il reparto ha perso compattezza. Sul 2-1 di Azzi, tutta la difesa era fuori posizione; sul 2-2, Magnani ha sbagliato il rinvio regalando il gol a Valoti; sul 2-3, Blin ha lasciato libero Collocolo in area.

Quella sbandata ha pesato anche sui numeri stagionali. Con 31 gol subiti, la difesa del Palermo resta tra le migliori della Serie B — pari al Catanzaro, meglio solo Spezia (22), Sassuolo (27), Pisa e Bari (28) — ma si conferma un dato allarmante: quando subisce più di una rete, il Palermo non vince mai. È successo dieci volte in campionato, con un bilancio di tre pareggi (Modena, Spezia, Mantova) e ben sette sconfitte (due col Pisa, poi Catanzaro, Sassuolo, Cittadella, Reggiana e Cremonese).

Infine, i gol incassati nei minuti finali continuano a rappresentare un segnale d’allarme. Per conquistare i playoff e avere ambizioni concrete di vittoria, servirà un cambio di mentalità nei momenti chiave delle partite. La leadership dei tre difensori titolari e di Audero da sola non basta: come sottolinea Arena, è necessario uno step mentale che finora è mancato, logorando anche il rapporto tra Dionisi e una tifoseria che si aspettava ben altro rispetto a un nono posto a otto giornate dalla fine.