Giornale di Sicilia: “Operazione doppio nove: Nestorovski-Puscas, un dualismo già visto”
Con la permanenza di Ilija Nestorovski in rosanero, Bruno Tedino avrà a che fare con un dualismo, quello con Puscas, che ricorda molto quello della passata stagione. Lo aveva già vissuto, infatti, il tecnico rosanero, quanto nello scorso campionato lo stesso macedone doveva contendersi il posto in attacco con Nino La Gumina. Il palermitano, in quel caso, ha vinto diversi ballottaggi con il numero 30, soprattutto sul finale di stagione. Stessa cosa potrebbe accadere quest’anno con lo stesso macedone e Puscas. Ecco quanto analizzato da “Il Giornale di Sicilia”:
“Sembra proprio tutto come un anno fa. Anche allora si diceva che Nestorovski e La Gumina non potessero giocare insieme. E infatti per gran parte della stagione non lo fecero. Si diceva che fossero troppo simili per farlo e che il Palermo non potesse sopportare le due punte. Salvo poi ricredersi quando le cose cominciarono a mettersi male (prima insieme da titolari alla 28^ giornata contro l’Ascoli con annessi problemi d’intesa. Una coppia gol si costruisce in allenamento e con il tempo. Il lavoro quotidiano serve ad evitare che due giocatori simili facciano gli stessi movimenti. Un allenatore bravo riesce a scovare l’alchimia, anche perche trova la collaborazione dei diretti interessati che si sforzano di essere complementari per conservare il posto. Un anno fa quell’errore di non insistere sin dall’inizio su quel tandem Nestorovski-La Gumina (al netto degli infortuni patiti dal macedone) costa probabilmente la Serie A. Adesso perseverare sarebbe diabolico. Quasi tutte le squadre giocano con due punte, a volte anche simili per caratteristiche fra loro. Non si capisce perche il Palermo non debba farlo. Nestorovski è rimasto e va sfruttato. Perché è una risorsa di questo Palermo, come lo sono anche i vari Rispoli, Aleesami e Struna. Una volta recuperato psicologicamente, «Nesto» va fatto convivere con Puscas che all’esordio non è dispiaciuto. Come il macedone, anche il rumeno ha nell’area di rigore il giardino di casa, ma in quei sedici metri si può convivere. Basta crederci e lavorarci. […]”.