“Caro Novellino, intanto ben tornato in A. Dove mancava da sette anni, un lasso di tempo che per i palermitani ha il significato di un’era. Come parlare del Medioevo. Pensi che nell’ottobre del 2009, quando lasciò la Reggina, la squadra rosa aveva in attacco Miccoli, Cavani, Budan e Succi. C’era anche Pastore. Lasciamo stare, che a qualcuno può scappare la lacrimuccia. Immaginiamo che avrebbe preferito allenmare quel Palermo che lottava per un posto Uefa piuttosto che questo. Ma può esserci grande dignità anche ad allenare Djurdjevic e Struna. E se salva la categoria passerà alla storia. E’ arrivato a Palermo nel peggior momento possibile, ma lei è un duro. Lei ha conosciuto le difficoltà di chi è dovuto emigrare, ha fatto tutta la gavetta sia da calciatore che da allenatore, ha vinto in piazza importanti come Napoli, ha affrontato presidenti arroganti come Gaucci e Caliendo. L’augurio che le faccio è quello di restare Walter Alfredo Lenin Novellino anche a Palermo, dove negli ultimi anni gli allenatori si sono succeduti come le stagioni è nessuno è andato via col sorriso in bocca. Devo dire che il debutto non prelude nulla di buono, perché lei s’è detto soddisfatto della prestazione dei rosa contro il Napoli e, benché la sua carriera sia stata segnata da una precisa impostazione tattica sembra già pronto ad accantonare il 4-4-2 con cui ha vinto tanto in favore di altri moduli. Dunque, l’augurio che le faccio è quello intanto, di salvare il Palermo. Perché vorrebbe dire salvare il club dal disastro, come riuscì Beppe Iachini quando prese la panchi9na in B. Poi le auguro, anzi mi auguro, che lei possa giocare il ‘suo’ calcio, senza compromessi né pasticci […]”. Questa la lettere indirizzata a Walter Novellino, riportata dall’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.