“Sorrisi e diplomazia non abitano più sul viso di Walter Novellino. Tra i solchi del volto ha lasciato il segno la prestazione negativa più che la sconfitta con il Chievo, l’ira non è sfumata, anzi. Il tempo delle carezze è finito. Ne va del suo… nome. «Le mie squadre concedono poco e ripartono – sottolinea l’allenatore rosanero – e il Palermo visto a Verona non ha dimostrato certo questo tipo di gioco. Le mie formazioni vanno in campo per lottare, io sono qui perla salvezza, ma con l’approccio fatto vedere nell’ulti- ma gara non si evita la retrocessione. Cosa è successo? Non me lo spiego. anche perché tutti in allenamento hanno dato il massimo. almeno da quando io sono qui. In ogni caso si torna a giocare come piace a me, la mia storia è stata caratterizzata dal 4-4-2 e procederemo in questa direzione. Cosa è cambiato rispetto a prima? Adesso abbiamo esterni che hanno gamba e corsa, prima non c’erano le condizioni. Non voglio dare aiuti agli avversari. ma al di là della tattica e dei moduli. che in un certo senso possiamo lasciare perdere. conta l’atteggiamento, le chiacchiere stanno a zero. Non sono uno sprovveduto, mi rendo conto che abbiamo fatto un punto in tre partite, ma penso che con un altro tipo di partita, a Verona, avremmo portato serenamente a casa almeno un punto. Con la Lazio dobbiamo provare a ottenere il massimo. Se mi sento a rischio? Dico solo che conta fare risultato, possibilmente vincere, e salvare questa squadra. Zamparini o non Zamparini…». La sensazione è che «Monzon», per una sfida delicatissima come quella con la Lazio, abbia pienamente preso il timone della barca […]”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” analizzando le parole di Walter Novellino alla vigilia di Palermo-Lazio.