L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla del caso relativo all’ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli. Ieri mattina infatti, il romario del salento ha chiesto nuovamente scusa per quell’intercettazione risalente al 2010 dove veniva da lui usata l’espressione «fango» per etichettare il giudice Giovanni Falcone. Ieri Miccoli ha dichiarato: «Sono cinque anni che mi porto dietro questo fardello, non so più cosa fare». Il bomber che ha fatto sognare una tifoseria intera, si è detto ancora una volta innocente, dichiarando di «aver fatto solo un favore ad un amico ed in maniera lecita». Tuttavia, secondo la procura, che ha condannato Miccoli in primo grado ad Ottobre del 2017 a tre anni di reclusione con il rito abbreviato, la ricostruzione dei fatti è diversa. Il calciatore, avrebbe incaricato un suo amico, Mauro Lauricella, figlio dell’allora latitante Antonino «u scintilluni», per recuperare un credito di settemila euro vantato dall’ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, nei confronti di Andrea Graffagnini. Il giudice, rispetto a questi fatti, aveva parlato di una storia contrassegnata «da una cappa di mafiosità». L’esecutore materiale del reato di estorsione, Lauricella, è stato processato a parte, mentre l’altro imputato, Gioacchino Alioto, pregiudicato per mafia, è stato scagionato in primo grado. A giugno la palla passerà nelle mani del pg Ettore Costanzo, per ciò che riguarda la requisitoria, mentre la sentenza è attesa per ottobre.