L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” scrive in merito ai sospetti che gli inquirenti avrebbero maturato nei confronti della Mepal, società al quale, Maurizio Zamparini ha ceduto il marchio Palermo. Ecco quanto si legge:
“Un’incognita che gli inquirenti intendono risolvere, per trovare quei 40 milioni contabilizzati dal Palermo nell’ultimo bilanciotra levoci dell’at tivo. Di sicuro non sono usciti dalle casse di Alyssa,quantomeno non prima del 31 dicembre 2016, considerando che in quella data la società anonima lussemburghese ha iscritto la stessa cifra a bilancio come debito. Sempre nello stesso esercizio, Alyssa ha chiuso con un risultato negativo di circa 20 mila euro e con un patrimonio netto negativo per circa 43 mila euro. Del tuttoazzerato, invece,l’attivo circolante: nel 2015 era pari a poco più di novemila euro (quasi tutti in banca). Il sospetto degli inquirenti è che l’operazione che ha portato Alyssa a divenire controllante di Mepal sia di fatto unavendita fittizia, cosìcome la plusvalenza, cheha permessoal club rosa di chiudere l’ultimo esercizio in sostanziale pareggio (con un utile pari a poco meno di 400 mila euro). Tale plusvalenza, inoltre, ha goduto dell’esenzione fiscale prevista dal meccanismo della Pex (participation exemption), che prevede l’esclusione della tassazione per il95% dell’imponibile. Questa mossa ha fatto sì che Zamparini evitasse di ripianare le perdite, così come fatto nel 2014 con il conferimento del marchio a Mepal, altra operazione finita sotto la lente degli inquirenti. Adesso che Alyssa ha depositato in cameradi commercio l’ultimo bilancio (la pubblicazione del documento risale a martedì), la Procura ha un elemento in più da analizzare”.