“Nove colpi di scena nella pellicola rosanero di quest’anno. Con sei partite alla fine, visti i tempi che corrono, non si può escludere nulla: alcune parentesi in panchina precedenti al Ballardini bis sono state più brevi di sei settimane. In media il Palermo ha cambiato allenatore ogni 4 giornate. In principio fu lachini, «figlio prediletto» di Zamparini, condottiero della promozione in A e della tranquilla salvezza della passata stagione. Il rapporto ventennale fra l’allenatore di Ascoli e il patron s’è sgretolato lentamente, fra divergenze di mercato e punzecchiature di Zamparini a mezzo stampa con bersaglio Iachini: da «La preparazione ci ha penalizzati» a «Siamo una squadra molle», da «Il Palermo è la peggiore squadra della A, ma Beppe non è un brocca, ci tirerà fuori dai guai» a «Contro il Napoli Iachini non ha mai raddoppiato Higuain, andrebbe preso a calci», fino a «Se non vince col Chievo e non caccio lachini i tifosi mi ammazzano». l veronesi, l’8 novembre scorso, finirono al tappeto, ma Zamparini esonerò ugualmente lachini per chiamare Ballardini. La prima parentesi del tecnico di Ravenna durò 7 giornate, la vittoria col Verona, il 10 gennaio, chiuse bruscamente I’impegno di Ballardini, «esonerato» da capitan Sorrentino, che lo aveva accusato di non aver preparato il match del «Bentegodi». Il dopo Ballardini è stato un crescendo di ribaltoni: una partita (persa malamente in casa del Genoa) con Fabio Viviani in sella; i cinque punti in quattro gare con Guillermo Barros Schelotto, caldeggiato dai consiglieri slavi di Zamparini, e andato via (accasandosi subito al Boca Juniors) perche’ l’Uefa non riconosceva il suo patentino e il curriculum maturato in patria: andava in panchina da dirigente accompagnatore, ma il primo tecnico era Giovanni Tedesco; il crollo interno col Toro, con Bosi in panchina; altre tre gare di lachini, prima delle sue dimissioni; i quattro tentativi, con un misero punto, di Novellino, che sono cronaca”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.