Nel giorno del ricordo di Sara Campanella, con il toccante omaggio della maglia rosanero n. 10 mostrata dal fratello Claudio sotto gli occhi commossi di tutto il Barbera, il Palermo si regala una giornata memorabile.
Cinque gol alla capolista Sassuolo, che era arrivata a Palermo con l’intenzione di festeggiare la promozione in Serie A con sei turni di anticipo, e che invece ha subito una delle sconfitte più pesanti della stagione.

Un Sassuolo stordito per oltre settanta minuti, travolto da un Palermo mai così vorace, come racconta Luigi Butera sul Giornale di Sicilia.
Il grande protagonista è stato ancora una volta Joel Pohjanpalo, autore di una fantastica tripletta e decisivo anche nelle altre due reti (l’autogol di Toljan e il gol di Segre).
Il vichingo finlandese si è confermato letale in area: il primo gol di testa su corner, il secondo da terra dopo una rovesciata, il terzo ancora di testa su calcio d’angolo.

Nonostante due gol subiti in rapida successione da Pierini e Moro che avevano riacceso le speranze degli emiliani, il Palermo ha saputo reagire ancora una volta con Pohjanpalo, prima che Obiang rendesse il finale più vibrante.
Alla fine, però, è esplosa la festa rosanero: una vittoria netta, figlia di una prestazione coraggiosa e intensa.

Non cambia la classifica (il Palermo resta settimo), ma si allunga il margine sulla nona posizione e soprattutto cresce l’autostima della squadra, come sottolinea Butera.
Resta qualche “bug” da correggere, soprattutto nella gestione dei finali di partita, ma con un Pohjanpalo in questa forma tutto può diventare possibile nei playoff.

Dionisi ha riproposto l’undici vittorioso di Salerno e la scelta si è rivelata ancora una volta vincente.
Il Sassuolo, invece, ha mostrato un atteggiamento forse troppo supponente, con Berardi e Laurienté neutralizzati dal pressing aggressivo dei rosanero.

Una giornata perfetta per il Palermo, che manda un segnale fortissimo: i playoff non sono solo un traguardo da raggiungere, ma un’opportunità concreta da giocarsi fino in fondo.