Giornale di Sicilia: “L’istanza di fallimento arriva in tribunale. Udienza il 7 dicembre, sentenza a Natale”

Udienza il 7 dicembre, il giudice delegato è Giuseppe Sidoti; la decisione del collegio presieduto da Giovanni D’Antoni potrebbe arrivare entro Natale. L’istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica viene notificata al Palermo, che potrà replicare per cercare di evitare il crac dichiarato per sentenza, fonte di possibili, ulteriori e più gravi guai per Maurizio Zamparini e gli altri sette indagati. Perché, a fallimento dichiarato, scatterebbe il reato di bancarotta fraudolenta e per il club di viale del Fante la situazione diventerebbe decisamente più nera che rosa. Prima e dopo l’udienza della vigilia dell’Immacolata ci sono naturalmente tutte le possibilità, per i vertici societari, il patron Zamparini e il nuovo presidente Giovanni Giammarva, nominato da pochi giorni e commercialista esperto, per evitare che si arrivi alla procedura concorsuale. L’apertura della fase prefallimentare potrebbe però avere ripercussioni indirette sulle trattative in corso per la cessione della società: da ora infatti è ufficiale che ci sono in corso accertamenti mirati a verificare la solidità dell’azienda e il suo presunto stato di decozione; in questa fase, ogni operazione che non dovesse essere finalizzata a risanare veramente i conti della società – a giudizio dei magistrati – potrebbe essere guardata come un ulteriore tentativo di danneggiare i creditori e potrebbe essere annullata, con l’azione revocatoria. Ma è tutto da vedere, cosi come la consulenza degli esperti della Price Waterhouse Coopers, guidati da Alessandro Colasi, che ipotizzano una voragine da settanta milioni e i reali effetti, tra i creditori, di questa situazione. Insomma, nulla e ancora detto, anche se la Procura, in testa il capo, Francesco Lo Voi, con l’aggiunto Salvatore De Luca e i pm Francesca Dessi e Andrea Fusco, ritengono inevitabile chiedere e ottenere il fallimento della società, che dovrà essere dichiarato della sezione specializzata del tribunale, presieduta, appunto, dal giudice D’Antoni. Negative pure le informative redatte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, poi analizzate da Colasi. Temi anticipati dal Giornale di Sicilia già in giugno e seguiti, circa un mese dopo, da una prima perquisizione, replicata alla fine dello stesso mese di luglio, con l’acquisizione di documenti di ogni genere da parte degli investigatori. Sul piano penale i reati ipotizzati sono falso in bilancio aggravato dalla transnazionalita, appropriazione indebita, riciclaggio commesso in Italia e all’estero, autoriciclaggio, ma anche violazioni fiscali e tributarie e favoreggiamento. Con Zamparini sono sotto inchiesta il figlio Paolo Diego, i due vertici della societa anonima lussemburghese Alyssa, Luc Mathias Jos Mari Braun, presidente del Cda, e Jean-Marie Servais Poos, belga, consigliere e amministratore delegato, Alessandra Bonometti, Domenico Stark, Rossano Ruggeri e Anastasio Morosi, che risponde di favoreggiamento. Al centro delle verifiche soprattutto la società anonima lussemburghese Alyssa, alla quale fu ceduta la Mepal (Merchandising Palermo), società creata per la gestione del marchio e poi anche per per la costruzione di stadio e centro sportivo. Amministratore delle due aziende, venduta e acquirente, era sempre il figlio di Zamparini, indagato per autoriciclaggio. L’undicesimo passaggio di mano avrebbe portato un’entrata per il Palermo Calcio di circa 40 milioni, con una  plusvalenza da 21. Operazione fittizia, sostiene l’accusa, per consentire alla società rosa di chiudere i bilanci in attivo net 2014“. Questo quanto riporta l’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”.