“Troppe chiacchiere e non fa bene, perché non si discute sulla prestazione di questo o quel giocatore o sulle scelte dell’allenatore, ma sulla trattativa per la cessione del Palermo. Il bar dello sport sulla questione è sempre aperto. A turno ne parlano tutti quelli che dovrebbero essere vincolati da patti di riservatezza. In genere, quando una società deve passare di mano, funziona così. A Palermo no. Della trattativa un giorno parla Zamparini, uno Ponte, un altro ancora chi si muove per Follieri. Gli unici a stare in silenzio sono stati gli americani e chissà se tra i due litiganti non siano proprio loro a spuntarla. Checché se ne dica, Zamparini non ha nulla in mano. Avesse già ricevuto un’offerta alla cifra di cui si parla -40 milioni per cominciare, più i 20-25 per sistemare la storia del marchio- il patron avrebbe messo cento firme sul preliminare di chiunque. Né Ponte, né Follieri né tanto meno gli americani si sono spinti a tanto. Siamo solo alle lettere d’intento. Niente finché non ci sono le garanzie e Zamparini fa bene a pretenderle perché il Palermo non può rivivere un Baccaglini bis. Per questo il silenzio sarebbe d’oro Qualunque annuncio risulta stonato. La prima nota stonata è arrivata dal Palermo con quel comunicato in cui è stato rivelato che Ponte sarebbe diventato presidente il 26 ottobre. Non c’era motivo perché Ponte non aveva portato alcuna garanzia e perché Zamparini trattava ancora con Follieri e gli americani. L’unica cosa che serve ora è un contratto bancario firmato con coperture bancarie certe. Fin quando non ci sarà sarebbe meglio che tutti i soggetti coinvolti in questa trattativa restino in silenzio”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de il “Giornale di Sicilia”.