Giornale di Sicilia: “L’avvocato del club ribatte alle accuse: «Regolare il no al fallimento»”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha analizzato la situazione relativa al caos generato attorno all’avvocato che ha difeso il Palermo in occasione dell’istanza di fallimento. Ecco quanto si legge:
“Francesco Paolo Di Trapani ribatte alle accuse che gli vengono mosse e ribadisce che l’istanza di fallimento del Palermo fu respinta in modo del tutto regolare, per l’assoluta mancanza di presupposti che potessero giustificarla. L’avvocato che ha assistito civilmente Maurizio Zamparini e la società rosanero è finito nei guai a causa di un’intercettazione con l’ex patron del club, in cui il civilista faceva riferimento a un suo colloquio con il giudice delegato alla trattazione del procedimento, Giuseppe Sidoti. La Procura di Palermo, letto il colloquio captato dalla Guardia di Finanza, poiché nel dicembre scorso Di Trapani aveva anticipato a Zamparini alcune decisioni interlocutorie, poi effettivamente adottate da Sidoti, aveva trasmesso gli atti a Caltanissetta. Qualche giorno fa dall’ufficio inquirente nisseno, come anticipato dal Giornale di Sicilia, Zamparini, Di Trapani, il giudice Sidoti e l’altro ex presidente rosa, Giovanni Giammarva, hanno ricevuto l’avviso di proroga delle indagini. Ipotizzati la rivelazione di segreto e anche la corruzione. Il legale di Di Trapani, l’avvocato Ninni Reina, ricorda che il collega ha già manifestato formalmente la propria «disponibilità a fornire ai magistrati inquirenti tutti gli elementi utili a fugare ogni dubbio sulla assoluta trasparenza e legittimità dell’operato dei soggetti» chiamati in causa. Un modo per ribadire «con fermezza che l’esito della vicenda giudiziaria della Us Citta di Palermo è stato esclusivamente frutto fisiologico di un confronto (pur serrato) tra parti contrapposte innanzi a un Tribunale». La società ha vinto sul piano della sostanza e non per altre ragioni: «L’insussistenza dello stato di insolvenza del Palermo Calcio (presupposto indefettibile per la dichiarazione di fallimento) è stata infatti oggetto di un accurato esame da parte di un collegio giudicante che ha vagliato tutte le argomentazioni difensive rese da ciascuna delle parti e affidato a un collegio di periti l’esame tecnico-contabile di ogni e qualsiasi elemento controverso». […]”.