Giornale di Sicilia: “L’atto di accusa dei pm «Così Zamparini verso il crac»

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” ha deciso di parlare delle ultime notizie che riguardano l’istanza di fallimento presentata dalla Procura di Palermo. Ecco quanto si legge: “Stando a quanto riferito dai pubblici ministeri, il Palermo è in stato di insolvenza. Nel 2018, «oltre a versare in un grave stato di deficit patrimoniale, non sarà in grado di onorare in modo regolare le proprie obbligazioni». Questo stato di insolvenza è il presupposto oggettivo del fallimento, una condizione di «squilibrio finanziario non superabile». In una sintesi di 12 pagine e in 4 allegati, una nota del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del 22 maggio e la consulenza dell’esperto, Alessandro Colaci del 20 ottobre, la Procura di Palermo spiega perché vuola il fallimento della società rosanero, indebitata per 62.962. 523 euro al 30 giugno, a cui vanno aggiunti un patrimonio netto negativo di 18.341.918, una previsione di flussi di cassa negativi per 27.743.988 al 30 giugno 2018 e l’omesso versamento di IVA per 1.884.578 euro. L’analisi è condotta non solo fino a quest’anno, ma anche con riferimento al prossimo: se il Palermo vendesse tutti i giocatori, in blocco, potrebbe ricavare «al più 19.825.000 di euro». Una goccia nel mare. Se all’udineza del 7 dicembre, o in una delle successive, il giudice delegato e il tribunale fallimentare di Palermo concorderanno con i pm per il Palermo si aprirà il baratro del secondo crac, dopo la prima bancarotta datata 1986, cui seguirono la radiazione e la ripartenza dalla C-2. Bancarotta fraudolenta, appunto: presuppone l’inganno dei creditori ed è un reato grave. Reato che si aggiungerebbe a quelli già contestati agli otto indagati, fra i quali c’è anche Zamparini. La falsità nei bilanci di tre anni consecutivi, 2014, 2015 e 2016, avrebbero creato «falsi valori contabili utili alla società per azzerare la perdita di esercizio» del biennio 2015-2016, che avrebbe a sua volta azzerato e compromesso il capitale sociale. Se si mettono insieme tutte le voci elencate, la somma raggiunge 122 milioni e cocci. L’indagine della Finanza prese spunto dall’istanza di fallimento presentata (e poi ritirata) il 9 marzo scorso dalla Fp Sports Associated Bv, un’agenzia olandese che media sul calciomercato: il credito era di soli 650 mila euro e poi il Palermo riuscì ad ottenera un accordo. Fu però il secondo segnale d’allarme percepito dagli inquirenti, perché nell estate del 2016 la Pencil Hill, agenzia inglese che fa riferimento a Gustavo Mascardi, nell’ambito della cessione di Dybala alla Juventus, aveva azionato un pignoramento. Per farvi fronte, la società rosa, il 13 luglio dell’anno scorso, aveva addirittura presentato una richiesta di concordato preventivo, per scongiurare il fallimento. Il 20 luglio 2017 si raggiunse un altro accordo e l’stanza venne revocata. Ma era già troppo tardi. Tra le voci della negative ci sono pure l’omesso versamento dell’Iva 1.884.578 e un piano di ammortamento del debito erariale, per 8.083.094 euro: nemmeno a questi obblighi il Palermo è riuscito a far fronte. E’ centrale l’operazione che ruota attorno alla Mepal, Merchandising Palermo, società di cui è titolare un altro indagato, Diego Paolo Zamparini, figlio di Maurizio, che era partecipante al 100% del Palermo: doveva realizzare il nuovo stadio e l’annesso centro sportivo, ma il 26 giugno2014 le viene ceduto pure il marchio della società. La valutazione è di circa 23, 5 milioni di euro: la stima è del commercialista Morosi, altro indagato, uomo di fiducia del patron rosanero. La valutazione del consulente della Procura è inferiore di 10 milioni. Di fronte a perdite di oltre un terzo il codice civile impone di informare l’assemblea dei soci per adottare provvedimenti. Colaci opera così le rettifiche dei bilanci anche degli altri due anni oggetto di degli accertamenti, 2015 e 2016, osservando che nel primo caso la socierà ha coperto il buco di poco superiore ai 27,6 milioni di euro con una riserva di conferimento di oltre 25 milioni in realtà insesistente, derivata dall’operazione Mepal. Rilevate irregolarità anche nei crediti per imposte anticipate, valore pari a 5 milioni e mezzo. Nel bilancio 2016 viene poi inserita la cessione della partecipazione della Mepal a una società lussemburghese gestita dal cittadino Jean Marie poos, indicato come prestanome di Zamparini. Prezzo di vendita 40 milioni di euro con una plusvalenza di quasi 22 milioni di euro. E’ tutto fasullo secondo la Procura perché riconducibile a Zamparini. La stampa di una mail di un’altra indagata , Alessandra Bonometti, che chiarisce che il capitale sociale di Alyssa appartiene alla società di diritto lussemburghese Kalika, dello stesso patron rosanero e della moglie. Un’altra e-mail trovata nello studio di Morosi, con i consigli del commercialista: “La perdita ipotizzata al 30 giugno 2016 è di 19 milioni, per cui si potrebbe cedere la partecipazione a 40 milioni e chiudere il bilancio in utile. Occorre che il soggetto acquirente non sia riconducibile a lei, diversamente le norme federali comportano l’obbligo del bilancio consolidato con la socità acquirente”. Visto che Alyssa non ha risorse finanziarie e che non un euro è stato versato, proverebbero la simulazione, per fingere che al Palermo vada tutto bene. Possibile che il collegio decida entro Natale”