L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” analizza la vicenda che ha visto il Palermo creditore nei confronti della società Alyssa. Ecco quanto si legge:
“«Il giudizio complessivo che può dedursi, con le riserve connesse a tale indagine, e che la società, dopo una fase di crisi, si è avviata verso un’area di miglioramento, pur se la sua struttura finanziaria richiede attenta sorveglianza». Le parole dei periti rinfrancano il Palermo. E questo anche se c’è un’indagine penale, su riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, falso in bilancio e quant’altro: la coordina il procuratore aggiunto Salvatore De Luca con i sostituti Dario Scaletta, Francesca Dessl e Andrea Fusco. Ma quello che aveva tolto il fiato, negli ultimi mesi, agli ambienti del Palermo, anche dopo l’avvicendamento tra Maurizio Zamparini e Giovanni Giammarva, erano le verifiche del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza sul fronte del possibile fallimento: è l’istanza che pende in tribunale, a rappresentare una spada di Damocle sul club rosa e sui programmi di rilancio. La questione che ha attirato l’attenzione degli investigatori, sul fronte civilistico-fallimentare, e quella della cessione del marchio del Palermo alla Mepal, con l’intervento della società anonima lussemburghese Alyssa. Il Palermo sosteneva di avere un credito di 40 milioni, esigibile in qualsiasi momento. Il consulente dei pm Dessi e Fusco, Alessandro Colaci, aveva espresso una serie di riserve sull’affare. I periti del tribunale fallimentare, Daniele Santoro, Saverio Mancinelli e Angelo Paletta, gli danno in parte ragione, perché tutte le società coinvolte sono del gruppo Zamparini e fanno capo al patron rosanero, ma poi finiscono con lo svalutare anche questo aspetto. Pur rettificando il valore del credito che il Palermo vanta nei confronti di Alyssa, il collegio evidenzia le irregolarità presenti nella garanzia fideiussoria rilasciata da Gasda, la holding di Zamparini. Le fidejussioni sono infatti poste dalla società di famiglia del patron rosanero e non risultano avere data certa ne sono state sottoposte a registrazione». Ciò posto, la cessione del marchio non è priva di significato: nonostante queste due criticita, il collegio rigetta la svalutazione effettuata dai consulenti della Procura (secondo cut il credito andava ridotto, poiche Alyssa non viene ritenuta dotata di sufficienti mezzi finanziari) e assegna un valore di 28,5 milioni di euro: dai 40 milioni iniziali vanno infatti detratti 11,5 milioni derivanti da due operazioni effettuate a gennaio. Sono due le recentissime operazioni, effettuate all’inizio dell’anno, che hanno contribuito nella risalita del Palermo dalla voragine debitoria di 62 milioni 900 mila euro, stimata da Colaci: la prima e la cessione del credito derivante dalla transazione con Pencil hill (l’agenzia che ha curato l’affare Dybala) pari a 7,5 milioni, il 19 gennaio; la seconda è un bonifico intestato al Palermo dalla stessa Alyssa, il 24 gennaio, del valore di 4 milioni, in acconto del prezzo di cessione delle quote di Mepal. […]”.