Giornale di Sicilia: “La querelle con la Popolare di Vicenza. La versione di Zamparini: «Noi parte lesa»”
“La querelle tra Maurizio Zamparini e Banca Popolare di Vicenza prosegue. La Monte Mare Grado srl, facente riferimento al presidente del Palermo, risulta insolvente per 57,8 milioni di euro nei confronti dell’istituto di credito, ma Zamparini ha voluto mettere i paletti su una storia che lo vede protagonista co- me tanti altri risparmiatori coinvolti nel caso BPV. Zamparini è stato infatti invitato ad acquistare azioni della banca, come lo stesso patron del Palermo ammette in un comunicato, al momento in cui la stessa Banca Popolare di Vicenza finanziò l’acquisizione di un terreno fabbricabile a Grado, finanziamento garantito da ipoteca sul terreno stesso. Il valore delle azioni acquisite da Zamparini era all’epoca di circa sei milioni di euro, ma ad oggi l’investimento si svalutato fino ad un totale pari a centomila euro. In questo periodo, la Monte Mare Grado ha pagato interessi e spese sul finanziamento per circa quattordici milioni di euro e sul terreno (nel quale Zamparini non ha potuto più costruire per il mancato via libera del Comune di Grado) continua a pagare Ici e Imu come terreno fabbricabile. La versione di Zamparini, dunque, di facile lettura: la Monte Mare Grado in regola con i pagamenti, sospesi nel 2015 a seguito dell’a- zione giudiziaria intrapresa dal suo gruppo nei confronti della banca, motivo per cui il patron del Palermo si ritiene parte lesa sia per induzione al finanziamento che all’acquisto di azioni. Una pratica che ha visto Banca Popolare di Vicenza già multata dall’Antitrust, che ha avviato un’istruttoria verificando l’illegittimità di tale prassi, portata avanti nel corso degli ultimi anni. Per Banca Popolare di Vicenza arrivata solo pochi mesi fa una sanzione da 4,5 milioni di euro e i circa 120 mila piccoli azionisti non hanno nemmeno avuto la possibilità di rivendere i titoli a prezzi stracciati in Borsa, in quanto l’ammissione a Piazza Affari dell’istituto bancario decaduta. Oltre al danno del mancato avvio del progetto «Vivere in Laguna», dunque, Zamparini si sente vittima di una beffa. Quella di passare per insolvente nei confronti di una banca con la quale in causa come centinaia di migliaia di piccoli investitori. Banca Popolare di Vicenza da mesi cerca una conciliazione con tutti coloro i quali si trovino in possesso di titoli azionari dell’istituto di credito, ma l’ultima proposta (risalente a poche settimane fa) prevede un riconoscimento pari a nove euro per azione. Visto l’enorme divario tra il valore iniziale delle azioni acquistate da Zamparini e quello attuale, la strada più probabile porta ad un proseguimento della vicenda in tribunale. Per il presidente del Palermo l’ennesima pagina di una vicenda che ha fatto sfumare un affare da 800 milioni euro, per il quale nel 2013 ha alzato definitivamente bandiera bianca ritirando un progetto inizialmente approvato dal Comune, che ha dapprima trasformato l’area designata da Zona Artigianale a Zona Edificabile, salvo poi bloccare la variante nonostante un accordo di pianificazione siglato tra il Gruppo Zamparini e il Comune stesso. Anche in questo caso, il patron rosanero attende novità in sede giudiziaria, per chiudere definitivamente una vicenda nella quale continua a dichiararsi parte lesa. Stavolta, però, dovrà vedersela su due fronti, dato che il suo nome finito in Cima al caos relativo a Banca Popolare di Vicenza. L’insolvenza di 57,8 milioni della Monte Mare Grado infatti la principale nell’ammanco totale di 589 milioni”. Questo quanto si legge su “Il Giornale di Sicilia”.