Giornale di Sicilia: “La procura accusa Zamparini: «Vende e compra da se stesso»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha analizzato le accuse rivolte a Maurizio Zamparini dalla procura. Ecco quanto si legge:

“I sequestri per equivalente chiesti dalla Procura e ottenuti solo in minima parte per decisione del Gip Anfuso sono invece caduti tutti: in due precedenti decisioni il riesame, accogliendo i ricorsi dei legali, aveva cancellato i provvedimenti del giudice, riguardanti 99.993 euro e un milione e 250 mila: ieri ha detto di no anche ai sequestri che Anfuso aveva negato e su cui il pool coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca aveva insistito col ricorso. A parte questo, però, è lo stesso gruppo inquirente della Procura diretta da Francesco Lo Voi, a ottenere il riconoscimento della bontà delle proprie tesi di istanza di fallimento era stata rigettata. Non senza polemiche dalla quarta sezione del Tribunale che aveva però spiegato che gli indizi erano maturi per un possibile processo. E ancora più chiaro, in questo stesso senso, era stato Anfuso, che pure aveva detto di no due volte, a maggio e a giugno, alle richieste dei pm Dario Scaletta, Francesca Dessì e Andrea Fusco. Lasciando intendere però in entrambi i casi che le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo potevano essere oggetto di una verifica dibattimentale. Il riesame ora va un passo oltre, aderendo alle tesi cautelari dell’accusa: in sostanza i magistrati hanno sostenuto che la cessione del marchio inquina un po’ tutti i conti del Palermo e per questo la Procura dice che occorre interrompere questa spirale dato che Zamparini – al di là delle cariche, che formalmente non ricopre più – e sempre il dominus del Palermo. La società deve la propria stabilità formale, dal punto di vista economico, alla cessione per 40 milioni del marchio alla società Mepal, capace poi di realizzare una plusvalenza da 21 milioni con un’ulteriore cessione a un’altra azienda di diritto lussemburghese, la Alyssa, e l’intervento di una società svizzera, la Std. Tutte queste società sono riconducibili a Zamparini e al suo nucleo familiare (il figlio Paolo Diego e indagato, la moglie Laura Giordani no, ma risulta intestataria di quote) oppure ai suoi più stretti collaboratori. Insomma, come hanno ripetuto inquirenti e investigatori durante la procedura fallimentare e l’inchiesta penale. Zamparini vende e compra da se stesso e ottiene così quel denaro che serve a tenere a galla il Palermo. Ma solo sulla carta”.