“Le mosse del Mellizo nel laboratorio che ha aperto da una decina di giorni non si limitano all’inserimento di Quaison nello scacchiere. Contro l’Udinese – scrive l’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” – si è intravisto il nuovo gioco rosanero: un 4-3-3 intriso di rapidità e grinta, in cui tutti sono pronti a correre e sacrificarsi, e a muoversi all’unisono. L’allenatore argentino nei suoi primi colloqui con la squadra ha provato a lasciare il segno, ha chiesto ai suoi temperamento orgoglio, di esaltare il rapporto viscerale con la maglia e di lasciare tutto quello che si ha in campo. Parole che si sono tradotte in pressing, gioco offensivo, ricerca costante delle verticalizzazioni, anche a costo di sbagliare e di dover ricominciare daccapo. Non ha lavorato solo sul piano psicologico, il tecnico. Nel suo schema infatti persano gli inserimenti delle mezzali e il moto perpetuo delle punte esterne, anche se co la variabile Vazquez, che contro l’Udinese ha interpretato il ruolo in modo molto personale. Come ogni argentino che si rispetti anche Schelotto crede nel classi “volante”, il numero 5 davanti alla difesa. Gente alla Simeone, alla Mascherano, alla Almeyda ch i rosa non…hanno. In quella posizione Schelotto ha individuato in Jajalo l’uomo che può dirigere le operazioni davanti alla retroguardia, giocando da difensore aggiunto in fase di non possesso, anche se i piedi del croato non si sposano. I lavori in corso però sono appena iniziati”.