Giornale di Sicilia: “Il codice De Zerbi: il tecnico detta i comandamenti, 10 regole per dare sempre il massimo”
“Ogni giorno è un nuovo inizio e oggi si riparte, ancora. Dopo la freschissima beffa di Marassi, l’onorevole sconfitta con la Juve, il colpaccio di Bergamo. il pari di Crotone, l’esordio choc col Napoli. Dopo che i rudimenti degli insegnamenti di De Zerbi hanno cominciato a prendere forma nella testa e nelle gambe dei rosanero. Poco importa che la truppa sia rimaneggiata, decimata da acciacchi e convocazioni in nazionale, nella testa di «Luce» — all’anagrafe Roberto De Zerbi — può anche essere un dettaglio, il lavoro procede, la crescita non può mica fermarsi. Perché ha detto chiaro e tondo di non mollare nessuno, di continuare a restare in contatto anche con i molti nazionali in giro per il mondo, di essere disposto ad allenarli, se necessario, via… Whatsapp. C’è un che di religioso nell’approccio di De Zerbi al calcio. Calciatore di talento puro, ma problematico, non compiuto, tormentato dagli infortuni, s’è rimesso totalmente in gioco da quando ha deciso di sedere in panchina. Si è aggiornato, ha studiato molto, e non solo tecnica e tattica, ma anche psicologia, specie quella delle organizzazioni, dei team di lavoro, dei gruppi vincenti. Il Palermo torna a fare i conti con le tavole della legge, con i «comandamenti» del tecnico […] Non è un decalogo scritto, ma è ormai noto, fradicio nella testa dei giocatori. Prima di ogni cosa, l’unione fa la forza: predicato da un ex fantasista, individualista per definizione, può suonare beffardo, ma se ognuno fa la propria parte e ogni meccanismo funziona alla perfezione, non c’è dubbio che la squadra sia a metà dell’opera. Poi coraggio e zero timori reverenziali: non solo una questione puramente calcistica, non solo squadra corta e voglia di condurre sempre la partita, di tener palla, e puntare sul possesso (perché più si ha la sfera meno gli altri possono far danni), ma una condizione mentale che deve far scendere in campo i calciatori in preda alla calma olimpica e alla consapevolezza dei propri mezzi. Poi, ancora, trasparenza e schiettezza nei rapporti interpersonali, a cominciare da quello del tecnico con ogni singolo. Dall’area tecnica davanti alla panchina, durante i novanta minuti, Roby non le manda a dire a nessuno… Vincere attraverso il gioco, con movimenti armoniosi, perché nel rettangolo verde una squadra deve avere uno spartito che può esaltare le improvvisazioni individuali. Altra regola di De Zerbi? Metterci passione, richiesta imprescindibile, per chi è nato ultrà delle «Rondinelle», oltre che calciatore… Il verbo del tecnico rosanero che risuona tra le pareti dello spogliatoio ha un’altra certezza: se ognuno fa il proprio dovere e non c’è spazio per i rimpianti, la squadra non ha nulla da temere; tanto più che l’allenatore è pronto a fare da scudo a qualsiasi polemica inopportuna, a scagliarsi contro ogni critica sopra le righe, a duellare a muso duro con la stampa, quando è necessario. Mettere da parte qualsiasi invidia e concorrenza, coltivare la generosità, in particolare verso il compagno più giovane, o quello arrivato da poco in Italia, è un altro elemento che può dare una marcia in più…”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”,