L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha riportato alcune novità inerenti all’inchiesta che vede coinvolto Zamparini, ma non solo, anche Pozzo e l’Udinese nel mirino dei pm. Ecco quanto si legge:
“Nomi che tornano, incroci di circostanze tra indagini. Palermo e Udinese unite da inchieste e sospetti, presunti prestanome e uomini di fiducia comuni, per diverse evasioni fiscali attribuite ai due club e ai loro patron. Supporto che sarebbe assicurato da «un gruppo organizzato di grande rilievo criminale»: così lo definiscono gli inquirenti palermitani, con riferimento agli accertamenti svolti in parallelo a Udine, sul presidente del club bianconero, Gianpaolo Pozzo. Un gruppo che, si legge nel decreto di sequestro a 1.135.077,74 euro al Palermo, e di 9.993, eseguito contra il solo Zamparini, «ha offerto i propri servizi a clienti del calibro di Pozzo e Zamparini, cioè al gotha del calcio italiano. Il gotha. Non è termine esagerato: Zamparini, sebbene teoricamente defilato, con la cessione della presidenza a Paul Baccaglini prima e a Giovanni Giammarva poi, è stato ed è an-cora il vero dominus della società di viale del Fante. Cosa da lui apertamente rivendicata al telefono, il 3 maggio scorso, dopo avere appazentemente lasciato tutte le cariche a Giammarva: «lo rimango il patron». Se dunque è e resta vero presidente, l’uomo-chiave dell’inchiesta sul Palermo, gli accertamenti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria e del Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza si concentrano sulla sua figura e per questo hanno avuto un respiro transnazionale: gran parte dell’affare Mepal, l’azienda fantasma (per ammissione dello stesso Zamparini) che, grazie alla cessione del marchio, avrebbe consentito la realizzazione di una plusvalenza da 26 milioni, e stato realizzato, scrivono gli investigatori, grazie al «contributo di un gruppo transnazionale, composto da soggetti italiani e lussemburghesi». […]”.