“Quel credito è fasullo. «Non e accertabile la certezza dell’integrale recupero» dei 40 milioni, è la frase criticata dai pm, in cui il bisticcio non sarebbe solo nella forma. Solo la sinergia di gruppo potrebbe giustificare carte dinamiche, ma non ci sarebbe, perché la Us Cita di Palermo e la Alyssa non appartengono al medesimo gruppo imprenditoriale; l’unico elemento di collegamento fin le stesse e Maurizio Zamparini, che detiene il 99 per cento delle quote della società calcistica e una partecipazione di controllo della Kalika, che partecipò a sua volta alla Alyssa». Anche quest’ultima naviga in cattive acque: «Dal bilancio al 30 giugno 2017, risulta avere utili risibili, pari a poche decine di migliaia di euro, a fronte tuttavia di un debito pari a 40 milioni e di un patrimonio costituito dalle sole quote della Mepal, riportate a bilancio per un valore sopravvalutato di 40 milioni». Grave poi un altro debito, di 7 milioni e mezzo, contratto con l’acquisto di un credito da parte della società Alyssa, che acquista la Mepal il 30 giugno 2016, ha pagato solo 4 dei 40 milioni e ci sono “seri e consistenti dubbi circa la veridicità del credito”. “Da dove arrivano i soldi? Se mancano «elementi concreti» sul futuro soddisfacimento dell’intero credito, la Procura – sempre nell’ambito dell’indagine parallela «ha acquisito documentazione bancaria da cui risulta che i 4 milioni utiIizzati per effettuare il pagamento non sono risorse riferibili alla Alyssa sa, ma derivano da un finanziamento contralto dalla Kalika sa, che, a sua volta, è stata appositamente finanziata da Maurizio Zamparini). Ma non solo: il pagamento è stato artatamente effettuato al fine di indurre in errore il «ctu» (nonché, di conseguenza, il tribunale) ed è stato disposto, data la crisi di liquidità da cui è affetto Zamparini, al solo scopo di scongiurare la temuta sentenza dichiarativa di fallimento*. Poi l’affondo finale: La società si è limitata a produrre unicamente la distinta di versamento bancario del denaro, ma non anche la documentazione a corredo, ovverosia i contratti di finanziamento a monte». […]”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.