Era nell’aria e questa mattina è arrivata l’ufficialità: Giovanni Giammarva non è più il presidente del Palermo (CLICCA QUI per leggere il comunicato ufficiale). Le sue dimissioni sembravano imminenti, ma il commercialista palermitano ci pensava già da tempo; ne parla l’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”: “Il Palermo si risveglia con un altro terremoto in società. Non se ne vedevano da un bel po’, in realtà, da nove mesi per l’esattezza: in quell’occasione venne nominato presidente Giovanni Giammarva e oggi il commercialista palermitano ha detto basta. Dimissioni sul tavolo, troppe divergenze con i componenti del consiglio di amministrazione cui fino all’ultima riunione del 12 ligio era stato confermato in qualità di presidente. Non con Zamparini, dunque, ma con gente che ha lavorato al suo fianco durante questi mesi. Ha riflettuto a lungo, anche durante il ritiro estivo della squadra a Sappada, in cui ha fatto capolino per un giorno insieme al patron. Niente da fare: quell’idea di lasciare tutto e andar via, balenata diverse volte nella sua testa nel corso di questo periodo, adesso è realtà. La presidenza in viale del Fante passerà a qualcun altro, probabilmente non al patron friulano che da tempo annuncia la propria volontà di uscire dal club e che si è già defilato dal consiglio di amministrazione. Lo ha fatto lo scorso 3 maggio, una volta passata la tempesta sull’istanza di fallimento avanzata dalla Procura e respinta dal Tribunale di Palermo. Una vicenda che aveva portato, tra i provvedimenti del patron, proprio all’insediamento di Giammarva. Una figura di garanzia, come più volte definita dallo stesso Zamparini, il primo a lasciare intendere come la presenza del commercialista palermitano all’interno della società appartenga ormai al passato: «All’interno del consiglio di amministrazione ci sono stati questi qui pro quo, ma al momento abbiamo cose più importanti a cui pensare». Così il patron liquida quella che doveva essere una fase di rinnovamento, tanto da avere assegnato allo stesso Giammarva pieno potere di firma. A lui la parte amministrativa, a Foschi l’area sportiva: questo era il piano dell’imprenditore friulano al momento della sua uscita dal consiglio di amministrazione. Solo tre mesi fa, ma sembra essere passata un’epoca, se si fanno i conti con quanto sia cambiato nel frattempo nell’organigramma societario […]“.