“Una settimana decisiva per capire dove vuole andare il Palermo, anzi Zamparini. Una settimana in cui il presidente dovrà gettare le basi per il futuro più immediato, quello che in fin dei conti interessa maggiormente ai tifosi, la situazione gira attorno ai nomi di Foschi e Ballardini. Due nomi ricorrenti nella recente storia rosanero. Entrambi garanzia di concretezza e dunque entrambi poco compatibili con le ultime politiche del club. Foschi ha un passato da manager di tutto rispetto. Fece bene a Verona, benissimo a Palermo nei primi anni della gestione Zamparini, ha anche lui una certa età, una buona reputazione: non crediamo che voglia esporsi a figuracce come quella rimediata quest’anno da Gerolin. Foschi è un manager che lavora da solo rifiutò la convivenza con Sabatini e Perinetti e anche al Genoa non durò molto con Capozucca al massimo dialoga con Zamparini, difficilmente potrebbe convivere con Curkovic e il suo arrivo quasi certamente segnerebbe la partenza di Di Marzio. Il quale se resta vorrà dire la sua parola. Da Foschi a Ballardini il passo non è breve. Il manager ebbe un ruolo da mediatore quando Zamparini richiamò il tecnico romagnolo per sostituire lachini. Ma qualora l’allenatore non dovesse trovare I’intesa col presidente Foschi non si strapperà i pochi capelli che gli restano ha già pronta una lista di alternative gradite. In cima alla lista Massimo Oddo, che sta facendo bene al Pescara. Sembra che oggi Zamparini debba incontrare Ballardini e l’incontro non promette nulla di buono. Perché le differenze caratteriali tra i due sono enormi, perché è davvero singolare che non abbiano trovato il tempo ma soprattutto la voglia di festeggiare insieme una salvezza miracolosa. Tutto lascia pensare che sia stato un matrimonio di interessi. Ballardini nella scorsa stagione ha lavorato con i giocatori che ha trovato, modificando le sue idee di calcio (mai aveva rinunciato al rombo a centrocampo e raramente aveva ricorso alla difesa a tre), oggi vorrebbe un organico con cui esprimere le proprie convinzioni. E magari puntare a qualcosa di diverso di una stentata salvezza. Questo presuppone investimenti. Insomma, al di là dei quattrini Zamparini dovrà convincere Foschi e Ballardini che il Palermo può ripartire, che esiste la possibilità di fare calcio in modo scrupoloso, attento, rinunciando alle scommesse di quest ’anno. E che lui stesso è disponibile a fare un passo indietro, lasciando che ognuno abbia la necessaria autonomia nel proprio ruolo. E sarà questo il compito più difficile, mostrarsi credibile nei confronti di persone che lo conoscono bene. Perché forse Foschi non sarà il miglior direttore sportivo d’Italia e Ballardini non è il migliore allenatore del nostro calcio, ma la storia degli ultimi anni ha detto chiaramente che a Palermo l’usato sicuro ha sempre dato buoni risultati (da Perinetti a lachini a Guidolin e allo stesso Ballardini) che le nuove avventure si sono regolarmente rivelate un disastro”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.