“Sidoti non sarebbe stato super partes, avrebbe avuto contatti con Giammarva, che conosceva molto bene già da prima, durante tutta la procedura fallimentare. L’accusa afferma che si sarebbe dovuto astenere. Non avrebbe dovuto dare consigli al Palermo, soprattutto dopo che la questione si era conclusa col decreto di rigetto dell’istanza presentata dalla Procura diretta da Francesca Lo Voi, non avrebbe dovuto chiedere nemmeno nulla a Giammarva né il pass per l’auto, né i biglietti in tribuna d’onore. E nemmeno il «favore» di far entrare una prima media all’aula bunker il 23 maggio. Si discuterà se siano o meno reati, ma che fossero errori su errori lo riconoscerà il 5 luglio lo stesso Sidoti dopo un articolo scritto da “Il Giornale di Sicilia”. Che alla collega Raffaella Vacca dirà di non voler «finire nel tritacarne». I finanzieri intercettano pure una conversazione tra i fratelli Palazzolo e lei dice a lui di stare «attento solo al suo telefono», con riferimento alle possibili intercettazioni ordinate a carico di Giammarva. Anche in questo caso la fonte di un’informazione assolutamente riservata sarebbe stato il giudice. Lo stesso Sidoti è sospettato di aver girato a Giammarva le informazioni ricevute da Anfuso circa gli imminenti e possibili arresti. Ma all’accusa manca la certezza, anche se la tempistica è sospetta”. Questo un estratto dell’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” che parla delle accuse mosse nei confronti di Giammarva e Sidoti, con lo stesso Sidoti che chiedeva “favori” all’ex presidente del Palermo.