Giornale di Sicilia: “Faggiano: mancato portiere, ghiottone e talent scout formidabile”

Terrone, ghiottone, disordinato ed ex sciupafemmine. Oltre che talent scout d’ineffabile fiuto, capace di trasformare sconosciuti in oro. Ds di successo, dopo aver interrotto l’Università, la carriera da portiere e quella da procuratore. Il romanzo di Daniele Faggiano, trentottenne salentino doc, ha capitoli gustosi. La prima svolta della sua carriera ha le fattezze e l’intuizione di Giorgio Perinetti, suo mentore della prima ora, ex ds a più riprese del Palermo, e adesso al Venezia. Lo volle con sé al Bari, da capo degli osservatori. Prima dell’apprendistato al fianco del dirigente romano –e prima di diventare amico fraterno di Antonio Conte, ex ct azzurro, e d’essere in ottimi rapporti col suo successore, Ventura – Faggiano ha sempre respirato calcio. Da giovane, alla fine degli anni Novanta, in campo, anche se i nomi delle squadre in cui ha giocato – Lunano, Cantiano, Peglio, Belligotti, Flaminia ’94, Atletico Acqualagna e Avis Montecalvo – fanno capire che la sua esperienza s’è esaurita a livello dilettantistico. Giocava tra i pali e, molti anni dopo, ha confessato: «Non ero facile da gestire, volevo far di testa mia, d’altronde chi fa il portiere non ha tutte le rotelle a posto. Era iscritto all’Università di Urbino, e per mantenersi agli studi gli capitava di lavorare nelle discoteche sull’Adriatico. In campo era esuberante, incitava i difensori intercalando inconfondibili espressioni dialettali. I tifosi avversari non persero tempo a dargli del «terrone», con cori dedicati. Il carattere e la personalità, che non gli sono mai mancati, suggerirono al ventunenne Faggiano, ai tempi del Peglio, in Prima Categoria, di farsi scrivere la parola «terrone» sulla maglia: l’autoironia al potere per silenziare il razzismo. L’unico buco nero della sua ascesa? La squalifica di quattro mesi per omessa denuncia in un’inchiesta sul calcioscommesse, «il periodo peggiore della mia vita», come l’ha definito. Finito lo stop, e segnalato da Perinetti al comandante Morace, Faggiano al Trapani è tornato a dar prova del proprio talento, con la valorizzazione di vari calciatori, la storica promozione in B e la A sfiorata. La stazza notevole tradisce il suo hobby preferito, la buona tavola: lui sostiene di saltare spesso il pranzo, ma di esagerare un po’ a cena. È goloso di dolci, Faggiano, e a Palermo scoprirà il paradiso. In ogni città in cui ha lavorato è rimasto legatissimo a cuochi e titolari di pizzerie o ristoranti. Aprire un locale, a fine carriera, è uno dei suoi sogni nel cassetto: s’è portato avanti con il lavoro, acquistando una tavola calda a Marsala, dove si era trasferito a caccia di un po’ di privacy e per schivare l’affetto enorme della tifoseria granata. Chi lo conosce bene ne parla come di un tombeur de femmes ma ormai è un ex rubacuori che ha messo la testa a posto, fidanzato con Angela, una ragazza di Marsala, sua prima tifosa, seguita a ruota dal fratello Giovanni e dagli altri familiari. Cosa gli piace? Un profumo che usa in dosi industriali, e seguire tennis, volley e basket in tv. Scaramanzie? Un indumento intimo di colore verde. Cosa non ama? Alcuni titoli forzati sui giornali e certe foto. Non li apprezza e telefona al cronista di turno“. Questo quanto riporta l’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”.