L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha analizzato lo score in trasferta della squadra di Tedino. Ecco quanto scritto da Luigi Butera:
“Prende uno schiaffo e lo restituisce, come Bud Spencer e Terence Hill in uno di quei tanti film che hanno nutrito un bel po’ di generazioni. E’ il Palermo da combattimento e da trasferta, quello che funziona meglio. Lo dicono i numeri, e quelli non si possono contraddire. Due volte ha perso male in casa e due volte s’è rialzato con l’autorità di chi comanda. Ed è successo sempre in trasferta, dove i rosanero non hanno mai perso (tre 118 storie e cinque pareggi). Il Palermo il meglio di se lo da mille difficoltà. Ad Avellino la partita poteva mettersi malissimo dopo l’espulsione i Cionek, ma la squadra di Tedino non ha mai sofferto. Il motivo? Quando c’è da mettere la gamba nessuno si tira indietro, i rosanero diventano un unico blocco. Granitico. Fuori casa, poi il Palermo gioca meglio. Lo fa perché non è obbligato a fare la partita e nel gioco di rimessa i rosanero sono imbattibili. Quando ha spazio il Palermo può diventare devastante. Soprattuno se alcuni dei suoi giocatori migliori (Coronado, Gnahore ad Avellino) stanno bene. Non a caso le vittorie più convincenti sono arrivate a Carpi e proprio al Partenio, contro due squadre che non sono certo inferiori al Novara e al Cittadella, che hanno passeggiato al Barbera. Da Avellino, dunque, sono arrivate risposte importanti dopo la batosta con il piccolo Cittadella e anche altre confenne su come ha fatto questo Palermo. Ma adesso bisogna andare oltre. Zamparini pretende cinque-sei vittorie di fila per scavare il gap con le altre. Facile a dirsi, un po’ più difficile a realizzarlo. In primis perché in questa Serie B qualunque partita è come una buccia di banana che può farti rompere l’osso del collo. Quello che è sicuro è che, per accontentare Zamparini, serve lo stesso Palermo di Carpi e Avellino anche in casa. Una squadra che progetta una fuga non può permettersi di giocare come ha fatto contro il Cittadella una settimana fa. E nemmeno può tenere le partite in bilico come è successo con l’Empoli, il Parma, la Pro Vercelli. Il rischio è di buttare punti al vento, come in effetti è avvenuto. Ecco, il Palermo per diventare davvero grande deve fare un salto di qualità proprio in casa. Il Barbera deve diventare un fattore, come lo fù nell’ultima promozione con Iachini o in quella storica del 2004 con Guidolin. Non è semplice ma il Palermo deve provarci. Giocando come fa in trasferta. Tedino sostiene che è una questione di testa, che fuori casa i suoi giocatori sono più liberi di testa. Tradotto significa che giocano con meno pressioni. Ci sta, ma fino a un certo punto, perché il Barbera finora è rimasto quasi deserto e quei pochi che sono andati alto stadio hanno sempre tifato in maniera onesta. Se il Palermo in casa non è un carrarmato, probabilmente è anche dovuto al fatto che manca un po’ di qualità in alcuni ruoli. Ecco, a gennaio è lì che si deve intervenire. E se arriveranno le pedine giuste, questa B può diventare dolce anche in casa”.