Giornale di Sicilia: “Diamanti: dai primi calci al Santa Lucia del Nonno, che lanciò campioni come Rossi e Vieri, fino al Palermo. Ecco la storia del fantasista rosanero”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” dedica un’intera pagina ad Alessandro Diamanti, dove tra intervista e numeri, ripercorre la storia dell’ex Bologna e Guangzhou. Ecco quanto si legge: “Pepita tra le pepite. Svezzato in una piccola ma prestigiosa miniera di campioni, a Prato. La piccola «fabbrica» calcistica era ed è il Santa Lucia, con Rodolfo Becheri, suo nonno materno, storico presidente per oltre quarant’anni, che prima di lui aveva già allevato due nomi niente male, come Paolo Rossi, il «Pablito» del Mundial 1982, e Bobo Vieri, giovanissimo, appena tornato dall’Australia e già da piccolo collezionista di gol. Con loro due Alino costituisce un terzetto di fiori all’occhiello per la piccola società – ora Coiano Santa Lucia – toscana, da cui è cominciato tutto. Il toscanaccio Alessandro Diamanti, classe 1983, da piccolo tifava Inter, sulle orme di papà Luciano, che allenava nel club di famiglia (e dava una mano anche mamma Antonella, alla contabilità). In molti si accorsero che aveva il cachemire tra i piedi, ma in tanti credevano che sarebbe stato un altro talento inespresso, col piede sinistro educatissimo, ma troppe distrazioni tra i pensieri e sopra i capelli. Ha perso il numero di tatoo che s’è fatto disegnare sul corpo, ma è pronto a far visita al tatuatore di fiducia che lavora con molti calciatori del Palermo. Ci vorrà parecchia fantasia per trovare nuovi soggetti: ha fiori sul braccio sinistro, stelle su quello destro, un cuore sul polso destro, e poi una croce, il simbolo della pace, la farfalla sulla coscia destra, il motto «B Happy» (sii felice), sul polpaccio, mantra della moglie Silvia Chiayi, e ancora due faccine di Pucca, bambolina giapponese che piace a tutte le teenager del mondo, contornata da fiori e ideogrammi, ma anche un cuore rosso tatuato all’interno del polso, qualche stellina…”.