” I rimpianti del mercato di gennaio diventano sempre più pesanti col passare dei mesi. Non bastassero di Carmine e Puscas, ci ha pensato Calaiò a dare la batosta più pesante al Palermo, con una tripletta velenosa e un messaggio chiaro: si potevano fare altre scelte in sede di campagna acquisti. Il figliol prodigo, mai profeta in patria, è stato solo l’ultimo degli obiettivi mancati a punire la squadra di Tedino nel girone di ritorno. Il primo è stato Di Carmine, il più vicino a vestire la maglia rosanero nell’ultima sessione di mercato, poi sfumato nelle ultime ore. Alla prima occasione Di Carmine ha colpito: un gol allo scadere in una partita che aveva visto il Palermo sprecare chance a dismisura. L’attaccante del Perugia era il nome su cui la società di viale del Fante aveva deciso di puntare, ma lo stesso giocatore non si era dimostrato pienamente convinto del trasferimento in Sicilia. Situazione diversa quella di Puscas. Il Palermo si è informato in avvio di mercato, ha considerato eccessive le pretese dell’Inter per il riscatto del calciatore e ha deciso di puntare su Moreo. Puscas però ha dimostrato a Novara, dove si è accasato, di avere una certa dimestichezza con la serie B, cosa dimostrata anche contro il Palermo aprendo le marcature del match che terminò 2-2. Un pareggio che, alla fine dei conti, è valso l’unico punto ottenuto contro i tre centravanti «saltati» nel mercato invernale, perché anche contro Calaiò è arrivata una sconfitta. Non che il Palermo ci abbia provato per la prima volta a riportare a casa l’esperto attaccante del Parma, ma a gennaio sembravano essersi creati i presupposti giusti: contratto pronto, durata prolungata rispetto all’accordo siglato lo scorso anno con il Parma e la possibilità di chiudere la carriera a casa propria. Un nulla di fatto. Alla fine, al primo incontro da avversario Calaiò ha fatto capire di che pasta è fatto. Tripletta, vittoria e un dubbio amletico: non è che sul mercato in entrata si poteva fare qualcosina in più?”.