“Le vicende dell’ultima settimana hanno fatto luce sulla reale situazione del Palermo. Una situazione più volte negli ultimi anni prospettata da questo giornale. Ma in Italia solo quando si muove la magistratura le cose vengono prese sul serio. La situazione è chiaramente esposta nel bilancio al 30 giugno del 2016 e non crediamo che quello che si chiuderà al 30 giugno del 2017 sarà diverso, anzi sotto l’aspetto dei debiti fiscali dovrebbe essere anche peggiore. Eppure anche stavolta Zamparini ha cercato di raccontare la sua “verità”, arrendendosi poi all’evidenza. Prima ha detto che la società è sana come un pesce, poi che una banca di Londra gli ha fatto i complimenti per i conti a posto (alla City difatti chi non paga Iva e fornitori viene accolto con applausi a scena aperta), infine ha ammesso che il debito del Palermo è di quaranta milioni. Sostenendo però la solidità dell’operazione della cessione della Mepal per altri quaranta milioni, che difficilmente entreranno mai nelle casse rosanero. Ma quaranta o ottanta milioni di debito potrebbero essere sostenibili per un club che ha un patrimonio. Tante società di calcio sono più esposte. Pensiamo ai grandi club spagnoli che a fronte di forti indebitamenti (il Barcellona supera i 200 milioni) posseggono stadi, immobili di vario genere e soprattutto un capitale di calciatori che se messo sul consentirebbe di ripianare tutto in pochi giorni. In Italia ci sono club che già si stanno staccando dagli altri, quelli che si sono comprati gli stadi. La Juve, il Sassuolo, l’Udinese, l’Atalanta e il Cagliari. Altri hanno centri sportivi di valore (Milanello, Soccavo, Appiano Gentile, Formello, Trigoria). Il Palermo non ha nulla. In quindici anni Zamparini avrebbe avuto la possibilità di fare tanto. Ha avuto grandi risorse dai diritti televisivi, fino a tre anni fa ha avuto la città ai suoi piedi ma non ha fatto niente. Oggi a parte qualche giocatore di modesto valore il bene più rilevante del club rosanero è il pullman con cui si muovono le giovanili. Zamparini ha annunciato più volte con enfasi il progetto del nuovo stadio, ma solo disegni e rendering. Ancor peggio ha fatto col centro sportivo di Carini, strombazzato per anni e poi abbandonato per l’aumento degli oneri di urbanizzazione. Insomma, sempre colpa delle amministrazioni comunali ingrate. Dunque, non sono i quaranta (o ottanta) milioni di debiti che spaventano; quello che rende difficile il futuro del Palermo è la totale mancanza di patrimonio del club. Ed è per questo che da anni Zamparini tenta di trovare soci o acquirenti in ogni parte del mondo senza successo, cercando di fuggire da una “prigione” che ha costruito con le proprie mani. E’ il risultato di un modo di fare calcio da “cicala”. Senza alcuna prospettiva. Gli unici obiettivi: realizzare qualche plusvalenza con operazioni da bottega e cacciare gli allenatori per compiacere la propria vanità. Ecco perché oggi il principale pericolo per il Palermo è proseguire su questa strada e occorre rifare per un closing misterioso, difficile e necessario”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.