“Da ieri sera Roberto De Zerbi ha lasciato Palermo, dicendo addio a quella che considera la più grande opportunità che ha avuto in panchina. Un misto di rammarico, senso di sconfitta, impotenza, ma anche gratitudine, gli anima i pensieri ed chiaro che gli brucia il finale del suo rapporto con la piazza rosanero, che l’ha sostenuto a lungo, anche quando i primi risultati negativi si ammassavano pesantemente sulle teste di… tutti. Avrebbe voluto lasciare ben altra impronta, De Zerbi, lasciare il segno, continuare a far calcio a modo suo, ma conscio che i risultati lo condannano e che forse era inevitabile la sentenza che arriva, prima o poi, con Zamparini. L’idillio con il presidente svanito in fretta, ma non dovrebbero esserci strascichi legali, come prefigurato al momento dell’esonero dallo stesso Zamparini, che pensava di chiedere la risoluzione del contratto per gravi inadempienze. Come ha detto più volte, anche pubblicamente, per De Zerbi l’aspetto economico della faccenda era secondario e l’allenatore potrebbe presto e facilmente trovare un’intesa con il club di viale del Fante, senza pretendere quello che previsto dalle clausole del suo accordo biennale (con una penale da mezzo milione in caso di licenziamento). In questo senso le parti dovrebbero vedersi presto e giungere a un punto di equilibrio, che significherebbe nessun salasso per le casse malandate della società di viale del Fante. Sono, decisamente, lontani i tempi in cui Gianni Di Marzio aveva proposto entusiasticamente la rivelazione in panchina della Lega Pro al Palermo, o quelli in cui De Zerbi preparava il suo primo match, a settembre, contro il Napoli. Allora Zamparini diceva di lui: «É un Sarri giovane, ha la stessa mentalità del tecnico del Napoli, che però ha a disposizione una squadra collaudata. De Zerbi all’esordio, ma lavora secondo le proprie convinzioni, ha le idee chiare». Quelle che ha mantenuto strenuamente e a lungo, anche a dispetto delle ire presidenziali. Aveva chiesto subito autonomia, l’allenatore, che — dopo essere subentrato a Ballardini in corsa — sperava anche di dire la sua nei movimenti di mercato di gennaio. Non arrivato alla finestra invernale del calciomercato. Niente regali di Natale per lui, solo carbone anticipato, una fine di 2016 dolorosa e amara. L’ex tecnico rosanero, ieri, ha trascorso le ultime ore in città in quelli che erano diventati i suoi luoghi, principalmente nella borgata marinara di Mondello. […]”. Questo quanto riporta “Il Giornale di Sicilia”.