L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” propone un racconto più dettagliato della contestazione avvenuta ieri al Tenente Onorato, con i calciatori rosanero sotto attacco e bloccati al varco. Una contestazione non di certo pacifica, come il popolo palermitano fa di solito. Ma qualcosa che è andato ben oltre il limite. Ecco quanto raccontato dal quotidiano:
“Cori, petardi e l’ingresso bloccato al campo di allenamento. Non certo un bentornato caloroso, quello che ha accolto il Palermo nel suo primo giorno di lavoro tra le mura amiche. Peccato che di amichevole non ci sia nulla nelle parole che adornano i muri di Boccadifalco, così come negli striscioni affissi sul viale d’ingresso al campo di allenamento. «Zamparini vattene» ormai non fa più nemmeno notizia, mentre l’attacco a tutta lasquadra ha già una rilevanza differente. Attacco frontale ai giocatori e, proseguendo con quanto già fatto in ritiro, anche alla stampa presente sul luogo. Minuti di tensione che hanno reso praticamente impossibile immortalare la contestazione della tifoseria organizzata, un clima rovente paradossalmente stemperatosi quando le forze dell’ordine hanno identificato un operatore dell’informazione intento a fotografare i giocatori in arrivo al campo. Lì il clima è divenuto quasi solidale, ma nel giro di pochi istanti il bersaglio si è spostato proprio verso i componenti della squadra, soprattutto verso i protagonisti della retrocessione avvenuta qualche mese fa. Non più solo Zamparini, al quale erano stati precedentemente dedicati cori che ne chiedevano l’uscita di scena, ma anche gli elementi della squadra che arrivavano alla spicciolata al «Tenente Onorato» per la prima seduta settimanale. In pochi quelli risparmiati: Diamanti, giunto al campo alle 15 per allenarsi a parte, i nuovi arrivati Coronado e Rolando, i giovani Accardi e Fiordilino, poi Rispoli, Morganella, Alastra e Cionek. L’arrivo di Embalo, invece, ha fatto scattare il «blocco». I circa duecento tifosi presenti hanno dapprima fatto esplodere alcuni petardi, tanto da provocare le lamentele di chi abita nei pressi dell’impianto militare, poi hanno costretto i giocatori a fare dietrofront. Il guineano è stato il primo, seguito da Aleesami. Surreale la scena che ha visto invece protagonista Posavec: immediatamente riconosciuto dai tifosi, inviperiti nei suoi confronti perché considerato «imposto» da Zamparini, il portiere croato ha subito alzato le mani come per volersi scusare, rientrando a marcia indietro in via Pitré e allontanandosi dalla zona. Decisamente più orgoglioso Balogh, che in un primo tempo ha seguito i compagni desistendo da ogni volontà di entrare al campo, salvo poi tornare e provare a «sfondare» il cordone. Nulla da fare,però,tanto che il giovane ungherese è stato persino oggetto di scherno di alcuni ultras, uno dei quali è entrato nella sua vettura aprendo senza problemi una delle porte. A quel punto, l’ex Debrecen e gli altri giocatori tornati sui propri passi, sono stati costretti dagli ultrà ad aspettare fuori. Una sorte toccata anche ad altri compagni presenti per il primo allenamento settimanale. Un allenamento che per esserci c’è stato, iniziato senza quei giocatori rimasti fuori ed entrati nell’im pianto solamente quando sono stati avvisati dalle forze dell’ordine che la protesta degli ultras era terminata. Verso le 19 i tifosi hanno lasciato Boccadifalco e chi non ha potuto prendere parte all’allenamento nell’orario concordato ha varcato solo dopo quell’ora la soglia del «Tenente Onorato». Circa un’ora di ritardo rispetto all’appuntamento previsto, dato che Tedino ha programmatouna seduta pomeridiana in un orario che potesse risparmiare ai giocatori di riprendere con una calura asfissiante, ma non è questo quel che preoccupa. Perché le facce dei giocatori fermati al cancello d’ingresso erano di per sé eloquenti: Embalo spaesato, Posavec quasi in lacrime, Balogh e Lo Faso tentati dal far valere le proprie ragioni. Nestorovski si è presentato in seguito e ha comunque preso parte all’allenamento insieme al resto della squadra, rientrata una volta raffreddatosi il clima di tensione. Ciò che è accaduto, però, non ha lasciato indifferente Zamparini. Il patron, che ha spesso sminuito le contestazioni nei suoi confronti, reagisce duramente dinanzi all’attacco alla squadra: «Accetto le violenze nei miei confronti, ma la città non può permettere violenze contro la sua squadra. Chiedo alle istituzioni di garantire la legalità ed il diritto di allenarsi senza turbative: altrimenti vi aspetta la Serie C». Nel frattempo la Questura sta verificando le immagini per identificare i responsabili di quanto accaduto ieri”.