Che sulla panchina del Palermo nessuno sia al sicuro un assioma noto da anni, ma Eugenio Corini non ci sta. Non si aspettava una tale sfiducia dopo i segnali di miglioramento mostrati sin dal suo arrivo, né si aspettava di essere messo in discussione da parte del presidente Zamparini, pronto ad esonerarlo dopo la sconfitta di Empoli: «Penso che ci sia una critica oggettiva, basata sui fatti, e una critica soggettiva, fatta sul come si vedono le cose. Questo ci sta. Non accetto però la critica strumentale, quella che porta all’autolesionismo. Accetto e condivido pensieri, cerco di entrare in sinergia con la società, ma oggettivamente non mi aspettavo di essere messo in discusslone». Dubbi societari che hanno portato Corini ad un passo dalle dimissioni, benché la tensione venutasi a creare in questa settimana rimanga inspiegabile per il tecnico. «Quand0 scegli questo mestiere metti tutto in conto – prosegue Corini – sai di poter andare a casa dopo una partita. Questa situazione, però, per me é incomprensibile. Mi ha fatto riflettere. Per quello che successo forse era giusto andare a
casa, poi però ho pensato ai miei collaboratori, al sostegno dei ragazzi e delle persone che amano questa società. I0 non vivo molto la città, ma mi arrivato il pieno sostegno da parte di chi vuole bene al Palermo». […]. Se Zamparini ha paragonato la situazione del Palermo a quella del Titanic, Corini sta vivendo tutt’altro tipo di disastro: «Ogni partita a Palermo una bomba atomica, che arriva e non sai cosa porta. Ogni partita che il Palermo perde, ci si
chiede se I ‘allenatore rimane 0 meno. Può mai essere un pensiero corretto? Qui ad ogni partita ci si chiede cosa succederå tra tre minuti, qui Hiroshima tutte le volte ed sbagliato». Radere al suolo tutto potrebbe essere la soluzione che vaga nella mente del presidente, un’idea che potrebbe prendere forma qualora i rosa dovessero perdere col Sassuolo. Rassegnarsi alla retrocessione per organizzare la squadra in vista del torneo di Serie B, però, non un’opzione che Corini sembra disposto ad accettare: «Non puoi smettere di crederci con tante partite da giocare. A condannarci sarà la matematica, ma come ho detto ai ragazzi: guardate quante partite quest’anno sono finite 4-3 partendo dall’ 1-3. Una di queste, fortunatamente ci ha visti protagonisti». […]”.