Giornale di Sicilia: “Collegio dei periti del Tribunale: «Il Palermo non rischia il fallimento»
“Il collegio dei periti ribadisce la propria posizione: il Palermo non è a rischio fallimento. È stato depositato ieri pomeriggio il documento in risposta alla controdeduzione della società e della Procura, che aveva sottolineato alcuni passaggi non condivisi nel dossier prodotto da Saverio Mancinelli, Angelo Paletta e Daniele Santoro, i tre esperti nominati dal Tribunale fallimentare. Una vicenda che conoscerà il proprio epilogo questo mercoledì: in mattinata si riunirà il collegio per l’udienza presieduto da Giovanni D’Antoni, a letere Raffaella Vacca, giudice delegato Giuseppe Sidoti. Un rientro in aula anticipato rispetto alla prima data del 9 aprile, anche su richiesta del pm Francesca Dessì e Andrea Fusco, oltre che dei legali del Palermo. L’ultimo atto dal quale si attende una risposta definitiva: fallimento o rigetto dell’istanza, decisione che verrà comunicata alle parti tramite posta elettronica certificata. Le argomentazioni del Collegio sono «obiettivamente conducenti rispetto all’insussitenza di uno stato d’insolvenza attuale». Il Palermo viene indicato tra le società più virtuose e nel 2017 è entrato in zona di sicurezza, basandosi sul modezzo Z Score di Altman, tra gli indici finanziari più affidabili. Il tutto senza registrare deficit patrimoniali, diversamente da quanto sostenuto dalla Procura, nonostante le rettifiche sul patrimonio adoperante dal Ctu. Il Collegio ha analizzato i documenti presentati dalle parti, mantenendo invariata la propria valutazione dopo aver analizzato i dieci indici dello stato di insolvenza della società rilevanti delle controdeduzioni dei pm e del consulente Alessandro Colaci: dall’«ingente debito» di 62.962.532 euro alle «falsità nei bilanci allo scopo di creare dei falsi valori contabili», inclusa l’operazione Mepal-Alyssa; passando per previsioni di flussi di cassa negativa, per «l’incapacità di sostenere» il piano di ammortamento del debito erariale e la revoca del fido bancario da parte di Unicredit, oltre che per l’omesso versamento dell’Iva, debito che per il Collegio «è stato estinto mediante il pagamento del residuo in un’unica soluzione in data 24 novembre 2017». Per il Ctu, l’indebitamento complessivo è pari a 32,3 milioni e le tecniche di rettifica dei bilanci adottate dai consulenti dei pm «appaiono incongruenti», data la diversa situazione debitoria della società. Il patrimonio netto non subisce variazioni negative e il flusso di cassa, al 30 giugno 2017, è positivo per 1,6 milioni di euro. Il nocciolo della questione però rimane la cessione di Mepal ( a cui era stato conferito il marchio Palermo) ad Alyssa: risulta sempre mancante la registrazione delle fidejussioni, ma «pur permanendo i relativi aspetti critici riguardanti le due garanzie», il credito da 28 milioni «non può essere considerato ne scaduto ne quantificabile a rischio specifico». In merito alla solvibilità di Gasda che si è fatta garante del credito «appare rischioso dedurre, sulla base dei soli bilanci sociali, il reale stato di salute della holding della Famiglia Zamparini». Per quanto riguarda la certezza del recupero di questo credito, l’argomento «esula dai compiti affidati al Collegio». Confermato dunque quanto prodotto nel primo dossier, nel quale i bilanci del club non presentavano «i sintomi di un reale stato di decozione» secondo i tre esperti. Una valutazione che «premia» inoltre il lavoro svolto negli ultimi mesi dalla società, da quando Zamparini ha ceduto la presidenza al commercialista Giammarva a seguito del procedimento avviato in estate. Zamparini, nei suoi uffici a Milano, ha incontrato proprio ieri Giammarva e lo staff legale al seguito della vicenda. La notizia l’ha avuta poco prima di far visita alla squadra a Novara, nel ritiro pre-partita. L’ultima attesa, adesso, è fissata per mercoledì mattina, giorno dell’udienza”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de il “Giornale di Sicilia” in merito all’istanza di fallimento del Palermo calcio che mercoledì conoscerà il suo futuro.