“Con il «rosso» non si passa. Nel senso che Alessandro Gazzi, chioma fulva, è «un mediano dai piedi non eccelsi» (ipse dixit), muro di gomma che ha rimbalzato parecchia gente molto più brava, in una quindicina d’anni di professionismo. Ha lasciato, dopo quattro stagioni, il Torino, è stato il fulcro della linea mediana soprattutto nella prima e nella terza, il pubblico l’ha idolatrato perché in campo – più fisicità che qualità – ha sempre incarnato l’ardore granata, spendendo carisma e sudore, in mancanza di tocchi raffinati o di una visione di gioco sopra la media. Soldato di Ventura (con la V maiuscola), che l’ha avuto al Bari e l’ha voluto nella città della Mole, deve tanto all’ex allenatore granata. […] Fuori dal campo è l’antidivo per antonomasia, ragazzo timido e taciturno, non un campione di schermaglie verbali ma nemmeno distaccato né tantomeno banale, dietro la scorza della riservatezza c’è una polpa succosa: ben lontano dai cliché della categoria… ha frequentato per un paio d’anni un corso di laurea, il Dams (Discipline delle Arti, della musica e dello spettacolo) a Roma, ed è pure un discreto esperto di vini, con tanto di corso da sommelier alle spalle. Ha una vena rock e un’anima intellettuale, con preferenze musicali, passioni librarie e gusti cinefili tutt’altro che scontati o commerciali. In un’intervista di qualche anno fa ha confessato di ascoltare canzoni su Spotify, adorare la band irlandese dei My Blood Valentine. È sposato con Deborah, ragazza di origini viterbesi, conosciuta grazie ad amici comuni quando era nella Primavera della Lazio. La consorte è di fede biancoceleste, come due delle loro tre figlie, Camilla e Carolina; troppo piccola (nemmeno tre anni) per esprimere preferenze la terzogenita, Emily Maria. Magari diventerà tifosa del Palermo…”. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.