“Caro Gerolin, finalmente è tornato. Prima la lunga trasferta in Argentina a caccia di talenti mentre a Palermo c’era il caos, poi l’esilio impostole da Iachini. Anche questo punto andrebbe chiarito prima o poi. Ad Empoli l’abbiamo vista accigliata, preoccupata, forse prevedeva i risultati del giorno dopo. Ma forse più in generale per quello che sta accadendo al Palermo. Di cui lei è parzialmente responsabile. Perché crediamo che lei aveva il dovere di avvisare il presidente che questa squadra avrebbe rischiato seriamente di andare in B. Non è facile convincere Zamparini, è vero, ma la bravura dei migliori direttori sportivi che l’hanno affiancato è stata quella di fare le cose dando la percezione al presidente che la decisione fosse sua. Foschi era un maestro in quest’arte e difatti le cose andavano bene. […]. Che un presidente non più giovanissimo possa avere le idee confuse è comprensibile, ma lei avrebbe dovuto almeno provare a portarlo su diversi ragionamenti. In alternativa si sarebbe dovuto dimettere come hanno fatto Sogliano e Panucci. Lei s’è limitato a subire le scelte di Zamparini e dei suoi ex consiglieri slavi. Con cui ha avuto un positivo rapporto di collaborazione. Anche questo meriterebbe un giorno di approfondimento. Troppe cose strane sono accadute quest’anno e lei, caro Gerolin ne è stato sempre ai margini, quasi spettatore. L’unico intervento di rilievo che ricordiamo fu a fine gennaio, quando annunciò che dal momento che il Palermo aveva sette punti di vantaggio sul terzultimo posto era giusto non rafforzare la squadra. Forse le manca un po’ di esperienza nel ruolo, forse un po’ di personalità, certamente non ha avuto grandi mezzi a sua disposizione, ma l’impressione è che lei abbia badato solo ed esclusivamente a compiacere Zamparini, senza mai avere la sua competenza calcistica […]”. Questa parte della lettera pubblicata da “Il Giornale di Sicilia” indirizzata a Manuel Gerolin.