L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” riporta il caso che riguarda Alessandro Colaci, i cui calcoli sono stati smentiti dai giudici in occasione dell’istanza di Fallimento nei confronti del Palermo. Ecco quanto si legge:
“Un nome, una garanzia. Almeno fino al caso Palermo. Alessandro Colaci, il consulente a cui hanno fatto affidamento i pm Francesca Dessi e Andrea Fusco, prima di incappare sull’istanza di fallimento avanzata dalla Procura ai danni del club rosanero ha visto la propria carriera in ascesa dal crac Parmalat, è stato lui a dirigere le operazioni del nucleo tributario delle fiamme Gialle a Bologna riguardo alle operazioni di finanziamento attuate da Bank of America con azienda fondata da Calisto Tanzi, arrestato nel 2003 proprio per tale vicenda. Nel 2012 e divenuto partner della società di revisione Price-waterhouse, ricoprendo incarichi peritali in materia contabile, societaria, valutaria e fallimentare. In quest’ultimo ambito è stato scelto dalla Procura di Palermo per valutare lo stato di salute del club di viale del Fante, ma i giudici del Tribunale fallimentare hanno evidenziato diversi errori nella sua perizia: iscrizione di pignoramenti «non tenendo conto della sanatoria; altri pignoramenti effettuati presso terzi e differenze di oltre 2 milioni sul calcolo del patrimonio netto, senza contare poi l’abisso tra la valutazine della rosa effettuata basandosi sui dati del portale Transfermarkt e quella a cui è giunto il Collegio dei periti nominato dal Tribunale tramite un algoritmo. Così le tesi sull’insolvenza del Palermo, basate sui suoi calcoli, sono state smentite”.