Giornale di Sicilia, Brandaleone: “Vietato indebolire l’organico. Tedino non si sbilanci su…”

“A quasi metà strada il Palermo, come dice chiaramente la classifica, è la squadra favorita per la promozione in serie A. Cosa che a inizio di stagione non era scontata, neppure tra gli addetti ai lavori. Noi compresi. Però negli ultimi mesi qualcosa è accaduto, che non era prevedibile. Intanto è accaduto che quei giocatori di cui poco si sapeva e che venivano dal nulla si sono rivelati adeguati, quantomeno al campionato di B. Parliamo dei polacchi e di Gnahorè. E’ accaduto che Tedino ha potuto lavorare con una relativa tranquillità. Senza il fiato di Zamparini (impegnato in vicende più rilevanti) e di Curkovic sul collo ha potuto costruire una squadra con le proprie idee, riuscendo a superare indenne le due battute a vuoto. E’ successo infine che tutte le avversarie più accreditate hanno avuto un percorso accidentato, rivelandosi più deboli di quanto si pensasse. Se il campionato finisse a meta strada il Palermo sarebbe in A. Ma non finirà giovedì prossimo al termine del girone di andata e il vantaggio sulle inseguitrici è talmente esiguo che occorrerà procedere con prudenza e intelligenza. I fattori che possono cambiare le carte in tavola sono sostanzialmente due. Il primo sono gli infortuni, perche l’organico del Palermo è comunque risicato, soprattutto in avanti e sulle corsie esterne. E in tema di organico è doveroso parlare di mercato. La storia degli ultimi anni purtroppo dice che gennaio promette poco di buono. Nella passata stagione, con la squadra ancora in corsa per la salvezza, furono venduti Quaison e Hiljemark. E Tedino non si sbilanci troppo su Nestorovski, rischia di fare la figura di lachini, che apprese dai giornali che Belotti era stato ceduto al Torino. Per dire che molto è stato fatto, che il Palermo nonostante le difficoltà societarie ha lavorato bene, ma che ancora molto c’è da fare. E la prima cosa è quella di non indebolire l’organico al mercato di gennaio per fare cassa.  […]”. Questo quanto scritto da Carlo Brandaleone sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.