L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”, attraverso le parole di Carlo Brandaleone, analizza il momento in casa rosanero tra squadra e tifosi che hanno lasciao semivuoto il “Barbera”. Ecco quanto si legge:
“Domenica sera il Palermo ha fatto la conta. E se non erano molti gli ultras che protestavano all’esterno dello stadio (300-400), erano certo pochi quelli che hanno sostenuto i rosa all’interno, stimolati dall’ingresso libero per la prima partita ufficiale della stagione. Rinunciamo infatti a definire due euro un «prezzo» per un biglietto; se Zamparini voleva capire quanta gente è rimasta fedele al suo Palermo c’è riuscito. Un numero irrisorio, anzi misero, come era stato chiaramente anticipato dall’apertura della campagna abbonamenti. Cinquemila presenze per una partita senza biglietto vogliono dire che oggi il Palermo è solo come mai, perfino quello «zoccolo duro» che gli era stato vicino nei momenti più brutti s’è dileguato. I motivi sono ben noti e sarebbe tedioso rielencarli. Dopo il disastro degli ultimi anni e le critiche piovute da ogni parte la speranza era quella di cogliere segnali di rottura col passato, segnali veri di distensione che andassero oltre i comunicati stucchevoli del patron. Ma l’ingresso in campo delle squadre domenica sera ha confermato che il solco è irrimediabilmente tracciato e che nulla è cambiato rispetto agli ultimi anni. È cambiata la categoria certo e dunque il valore degli avversari, ma le regole del gioco imposte da Zamparini sono sempre le stesse. Intanto va rilevata la differenza tra quanto incassato dalle cessioni (Makienok, Henrique, Gonzalez, Pezzella, Goldaniga, per oltre 15 milioni) e quanto speso sul mercato. Non più di un paio di milioni, principalmente per Coronado. La differenza, a volere pensare bene, andrà a finire nel buco nero di questo club mangiasoldi, nel tentativo di saldare i creditori più esigenti. Meccanismi sempre gli stessi da tre anni nel reclutamento dei giocatori. Non arrivano più dalla Slovenia o dalla Macedonia ma dalla Polonia. Non costano nulla o quasi, potrebbero essere rivenduti guadagnandoci qualcosa. Il ruolo? Non importa. Al Palermo servirebbe come il pane un regista, o meglio un centrocampista che sappia dare i tempi alla squadra, ma sono arrivati mediani (Gnaore, Muravski) che oggi sono considerati le riserve di Jajalo e Chochev. Tanto che la circolazione della palla resta legnosa e prevedibile. Servirebbe un centrale di difesa capace di governare un reparto che anche contro il modesto Francavilla ha mostrato qualche amnesia ma in quel ruolo viene impiegato il rude Struna. Insomma, Zamparini continua sulla sua strada e questi giorni che mancano alla chiusura del mercato poco di buono promettono. Se non altro perché Rispoli e Nestorovski, i migliori della scorsa stagione, vogliono andare via e potrebbero essere ceduti a buon prezzo. […]. Questo Palermo, purtroppo, resta figlio di quello dello scorso anno, dunque del caos”.