Giornale di Sicilia: “Bilanci falsificati e debiti non pagati: ecco i punti che ancora pesano sul futuro del Palermo”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha riportato aggiornamenti circa l’inchiesta riguardante l’istanza di fallimento del Palermo. Ecco quanto si legge:

“«Falsificati i bilanci». I pm Fusco e Dessi lamentano il rifiuto del tribunale di ammettere alcuni documenti, acquisiti dalla parallela inchiesta penale, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e su cui lavora anche il sostituto Dario Scaletta. I giudici non intendono «dilatare i tempi del procedimento» e pongono ostacoli di carattere tecnico. Mentre la società presieduta da Giovanni Giammarva, lamenta l’accusa, ha depositato altre carte. Tuttavia è sulla cessione del marchio del Palermo e del merchandising alla società Mepal e successivamente alla società anonima lussemburghese Alyssa, con la fidejussione dell’indebitatissima Gasda, che torna ad appuntarsi l’attenzione dei magistrati, del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e del consulente dei pm, Alessandro Colaci: “L’intera operazione ha avuto la sola finalità di falsificare i bilanci e non ha alcuna logica commerciale». Debiti che non vengono pagati è un segnale – uno dei tanti – che fa capire come sia tutt’altro che chiuso l’altro versante, gli accertamenti in cui sono indagati il patron rosanero, Maurizio Zamparini, il figlio Paolo Diego, personaggi e commercialisti del loro entourage e gli amministratori – due cittadini stranieri – di Alyssa. In sostanza il Palermo cede il marchio a Mepal e poi Alyssa ne acquisisce le quote a un prezzo ritenuto notevolmente superiore al valore reale. Sono tutte società – come pure la Gasda, che presta la fidejussione, dove garantisce il pagamento – riconducibili alla persona fisica di Maurizio Zamparini. Ma ciò che conta ancora di più, per l’accusa, è che il credito conseguente di 40 milioni, iscritto dal Palermo può dare respiro (teorico) ai propri bilanci, non abbia «concrete chance di essere riscosso». […]”.