Giornale di Brescia: “Rondinelle, quanti rimpianti col Pisa: a Palermo serve più concretezza”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Brescia” si sofferma sulla gara in programma venerdì tra Palermo e rondinelle.

Che rumore fa il rammarico? Uno stridio sordo, ma più penetrante della «banale» delusione. È il tonfo attutito contro la rete di un colpo di testa come quello di Masucci, capace di riaddensare nubi all’orizzonte, di rimodulare progetti, calcoli e speranze. Non è finita, ovviamente: seppur in uno scenario tremendo, nel catino ribollente del Barbera che sogna un posto in paradiso, il Brescia sarà ancora artefice del proprio destino. Un destino che ora, però, contempla soltanto l’ancora di salvezza dei play out, escludendo senza appello ogni velleità di salvezza diretta. Vietato guardarsi indietro, servirebbe solo ad alimentare rimpianti. Che, com’è facilmente intuibile, non mancano.

Dai dati offerti da Kama emerge una sostanziale superiorità del Brescia rispetto al Pisa nella produzione offensiva. Il più esemplificativo è quello che riguarda le occasioni da gol: la squadra di Gastaldello ne ha imbastite 15, i nerazzurri si sono fermati a 9. Un distacco netto. C’è invece molto più equilibrio nel conteggio dei tiri: i biancazzurri ne hanno effettuati in totale 11, i toscani 12. La differenza è risibile, e si livella completamente nel conteggio delle conclusioni in porta: 3 per entrambe. Un quadro che depone a favore del Pisa, capace di distillare lo stesso numero di tentativi (addirittura superiore, seppur di poco, nel computo totale) da un volume ben più scarno del Brescia.

Problema concretezza: col Palermo…Il fatto che i ragazzi di Gastaldello disponessero di qualche strumento in più in fase di transizione lo si evince da un altro dato, la percentuale di passaggi riusciti nel terzo offensivo: 75% quella del Brescia, 60.98% quella del Pisa. Concetto che non varia nemmeno allargando il focus ai passaggi riusciti nella metà campo offensiva (74.23% a 70.06%, delta ridotto ma comunque significativo). Il Pisa ha cercato un approccio più diretto, o forse meno articolato, nelle proprie offensive. Non sempre efficacissimo: i toscani hanno effettuato molti più lanci lunghi (82, contro i 59 del Brescia), recapitandone però a destinazione appena 28, gli stessi delle rondinelle.

Il peccato reiterato è la concretezza sottoporta: il 6.67% di chance concretizzate, raffrontato all’11.11% toscano, è indice di un killer instinct ancora molto lontano da una soglia accettabile. Non è la prima volta che il problema si manifesta, e il ticchettio della regular season è agli sgoccioli. Un dato che dà la misura dell’impresa che servirà a Palermo: uno dei grandi limiti di questa squadra dovrà tramutarsi in virtù nei novanta minuti di fuoco del Barbera. In una gara in cui a condurre il gioco saranno presumibilmente i rosanero, ottimizzare le occasioni che l’avversario concederà diventa l’unico sentiero percorribile per gettarsi a capofitto nel purgatorio dei play out.