Questa mattina, poco prima di iniziare la seduta d’allenamento, i giocatori dell’Arezzo si sono riuniti in conferenza stampa per diffondere un comunicato che spiega il momento di forte difficoltà della società. Ecco le parole lette dal capitano Moscardelli: “Il 16 sarebbe dovuto essere il giorno del pagamento degli stipendi nei tempi previsti per evitare le penalizzazioni, il giorno della fine dell’emergenza nel quale si sarebbe garantito il futuro della società, togliendo ansia e angoscia a tutti i dipendenti dell’Arezzo calcio. Invece è diventato il giorno della fine del carnevale, le maschere sono cadute ed i carri si sono fermati. Noi calciatori abbiamo passato gli ultimi 6 mesi a tentare di capire chi fossero le persone che si sono presentate davanti a noi, se fossero persone vere o attori. L’impressione che abbiamo avuto e che abbiamo è che fossero attori, sempre diversi, ma la regia non è mai cambia. Tanto si voleva fare qui ad Arezzo negli ultimi mesi, tanto è stato detto, noi calciatori siamo sempre stati messi in mezzo. Non vogliamo essere presi in giro da chiunque arrivi a stappare una bottiglia di champagne. Non vogliamo che a pochi mesi si replichi una situazione identica a quella di Modena, ma non dipende da noi. Adesso è il momento che le istituzioni facciano qualcosa di concreto. Concluso il girone d’andata ed il calciomercato abbiamo perso i mezzi per essere tutelati integralmente e non crediamo che le garanzie per le iscrizioni ai campionati possano essere sufficienti. Ci resta soltano lo sciopero. Siamo a febbraio e già si è visto il Modena escluso dal campionato, il Vicenza fallito e l’Arezzo con un futuro imprevedibile. È giunto il momento che la Lega e la FIGC intervengano per migliorare la situazione e salvare la categoria. Noi domenica scenderemo in campo, andando allo stadio con le nostre macchine, per rispetto per la città e la tifoseria, ma non possiamo garantire che ciò avverrà anche nelle nostre gare. In assenza di certezze e garanzie concrete saremo costretti ad andare allo sciopero, anche per tutelare la nostra dignità di professionisti. Ora è il momento di agire, le istituzioni del calcio, il comune di Arezzo e tutta la città. Noi siamo andati fino ad adesso, da lunedì tocca a voi intervenire. È il momento che venga tutelato il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, messo in pericolo da personaggi discutibili a cui è stato consentito di appropriarsi di una società di calcio”.