Al termine della 31^ giornata di campionato il Palermo si trova in una classifica che recita un amaro verdetto: 28 punti e terzultimo posto, ovvero zona retrocessione. Ma uno dei dati che si evince guardando la graduatoria sono le sole 29 reti messe a segno fino ad oggi, il secondo attacco meno prolifico del campionato, dietro solo all’Hellas Verona. Cosa non ha funzionato dunque nel reparto offensivo?
Dopo l’addio annunciato del ragazzo prodigio, Paulo Dybala, i tifosi rosanero videro in Andrea Belotti il futuro dell’attacco della squadra siciliana. Ma con un colpo di scena, a metá dello scorso mercato estivo, il “Gallo” salutó la Sicilia, direzione Torino, lasciando i rosa senza una vera e propria punta di ruolo da affiancare al “Mudo” Vazquez. Qualche settimana dopo, sul finire della sessione, giunse a sorpresa a Palermo un campione del Mondo, che aveva passato le ultime stagioni tra la Cina ed i prestiti, l’attaccante classe 1982, Alberto Gilardino. Il suo arrivo spaccó a metá la tifoseria: chi lo vide come il colpo dell’estate e chi lo consideró un giocatore al termine della sua carriera e dunque poco utile alla causa rosanero.
Dopo un inizio non esaltante, caratterizzato da un ritardo evidente di condizione fisica, l’attaccante di Biella si è imposto a suon di gol come il migliore marcatore di questa stagione tra i rosanero, con 9 reti messe a segno in 28 presenze tra campionato e Tim Cup. Considerando che in diversi di questi incontri è partito dalla panchina, la sua media gol per incontro è di una ogni 211 minuti, non male dunque. Ma il problema rimane l’intesa con i suoi compagni: mentre quella con Vazquez sembra essere migliorata con il tempo, quella con gli altri rosanero sembra ancora lontana. Molte delle sue reti sono infatti il frutto di spunti personali o del suo innato istinto da goleador, che lo porta a trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Con il senno di poi è facile sentenziare che Gilardino non è stato il migliore acquisto possibile per questo Palermo, ma sicuramente non il peggiore. L’ex attaccante della Nazionale è stato infatti penalizzato dalla poca presenza dei suoi compagni nella metà campo avversaria e da un centrocampo contraddistinto da lacune tecniche evidenti, e dunque incapace di supportare il suo tipo di gioco. Resta il fatto che Gila segna ogni volta che ne ha la possibilità. Questo Palermo non puó e non deve privarsi del suo bomber ed anzi provare ad affidarsi ciecamente a lui ed alle sue reti per arrivare ad una salvezza che è ancora alla portata di questa squadra.