Tedesco: «Il mio cuore diviso tra Palermo e Salernitana, ma batte un po’ di più per i rosanero»

Ha indossato entrambe le maglie, ha lasciato il segno in due piazze calorose, e domenica le vedrà sfidarsi una contro l’altra all’Arechi. Giacomo Tedesco, ex centrocampista di Palermo e Salernitana, è stato intervistato da Il Mattino alla vigilia di una gara per lui dal sapore speciale. Otto anni in rosanero, sei in granata, una carriera divisa tra due città che lo hanno cresciuto e consacrato. Oggi Tedesco vive la partita da tifoso, ma con la stessa intensità di quando calcava il campo: cuore, ricordi e una passione che non si è mai spenta.

“Domenica il mio passato si affronterà”
«Sarà una partita speciale, non potrebbe essere altrimenti – racconta Tedesco –. Palermo e Salernitana, insieme alla Reggina dove sono stato per sette anni, rappresentano tappe fondamentali della mia carriera. Il Palermo, la squadra della mia città, mi ha permesso di affacciarmi al calcio dei grandi dopo le giovanili. Ma è a Salerno che mi sono consacrato, arrivando in Serie A. Momenti indimenticabili».

“Il cuore è diviso, ma Palermo…”
«Sinceramente? Il cuore è diviso, ma da palermitano batterà un po’ di più per i rosanero. Diciamo 60 a 40, se vogliamo fare una percentuale (ride, ndr). Mi auguro comunque una bella partita: entrambe le piazze meritano una gara intensa e, soprattutto, un risultato positivo. Poi si vedrà, ma spero che entrambe raggiungano i loro obiettivi stagionali».

Obiettivi diversi, ma pressioni simili
«Vero, ma forse oggi la Salernitana sente meno pressione. Gli ultimi risultati utili hanno dato maggiore serenità all’ambiente. Al contrario, il Palermo viene da una sconfitta pesante e ha vissuto una settimana turbolenta, anche se alla fine non c’è stato alcun cambio in panchina».

“Le soste? I giocatori le odiano, ma per gli allenatori sono utili”
«Posso garantire che i calciatori non amano la pausa: preferiscono giocare piuttosto che dedicarsi alla preparazione fisica. Ma per un allenatore, questi giorni possono essere fondamentali per recuperare infortunati, migliorare la condizione e lavorare sugli aspetti tattici».

“Occhio ad Amatucci, ma saranno gli attaccanti a decidere”
«Mi piace molto Amatucci, ha un talento importante e spero possa costruirsi un grande futuro. Ma domenica potrebbero essere decisivi gli attaccanti: da un lato Cerri e Verde, che stanno facendo bene; dall’altro Pohjanpalo e Brunori, due punte di altissimo livello per la categoria. Le difese dovranno fare gli straordinari».

“Christensen dà certezze, ma la difesa la fa tutta la squadra”
«Christensen è un portiere di grande affidabilità, ma se non prendi gol per più partite, vuol dire che tutta la squadra lavora bene, a partire dagli attaccanti. La solidità parte dal collettivo».

“Breda uomo giusto per la salvezza”
«Lo conosco bene: a Salerno siamo stati compagni, alla Reggina lui fu il mio allenatore anche se per poco. Come tecnico, ha dimostrato di valere: ha fatto un ottimo percorso in Serie B. Mi auguro che sia l’uomo giusto per guidare la Salernitana verso la salvezza».

“Per salvarsi servono organizzazione e spirito”
«In questo campionato, l’organizzazione sta facendo la differenza. Serve compattezza, spirito di sacrificio e voglia di crederci fino alla fine. Il pubblico granata sarà fondamentale: non mollerà, e la squadra non deve farlo. In B, a parte il Sassuolo che è di un altro livello, tutte possono vincere o perdere con chiunque. Vietato arrendersi: Salerno non merita un epilogo amaro, deve rialzarsi e restare in corsa fino alla fine».