Ghirelli: «Var in C? Intanto abituiamoci, servirà a far commettere meno errori agli arbitri»
Francesco Ghirelli, presidente di Lega Pro, è stato protagonista della presentazione delle finali playoff dei Campionati Primavera 3 e 4 in quel di Cesena. Tra i temi affrontati, l’introduzione del VAR nei playoff di Serie C.
Ecco le sue parole:
«La questione del VAR è lo stesso problema dei settori giovanili, è una questione di ragionare di sistema. Gli arbitri sono giovani, sbagliano molto di più, e sarebbe utile che tutti noi dirigenti dessimo una mano perché possano crescere. Loro sbagliano, come sbaglio io che ho i capelli bianchi: immaginate i ragazzi. Quegli arbitri, come i ragazzi della Primavera, hanno bisogno, più di chi arbitra Ronaldo o Messi, di avere degli strumenti a disposizione. Il Var dà una mano a risolvere problemi: il primo è commettere meno errori. Il secondo è che si tratta di uno strumento didattico e di crescita: così come i ragazzi della Primavera sono risorse, lo stesso vale per gli arbitri. In parte è vero che serve più a noi che sopra, poi sarebbe sciocco dirlo tout court. Faremo una sperimentazione, ne abbiamo parlato col presidente Gravina e col presidente Trentalange, nonché il designatore Rocchi: non è facile metterla in piedi. Domani avremo una prima call da affrontare: in due mesi dobbiamo formare gli arbitri, che non è semplice. Pensate solo agli auricolari, adesso interviene anche il VAR: bisogna abituarsi e in questa prima fase dovremo utilizzare i varisti della Serie A. Contemporaneamente, si metterà in piedi un gruppo di lavoro che riguarderà cosa fare per il prossimo anno, e qui i problemi sono seri: se superiamo quello dei costi e delle strutture, perché gli stadi vanno certificati, teniamo conto che anche sul numero di arbitri necessari non siamo messi benissimo. Uso un termine che si usa in Chiesa: l’evocazione, non è che ce ne siano molti».
«Se c’è anche la possibilità di superare i limiti attuali dello ius soli sportivo? Ieri abbiamo iniziato a discutere, Gabriele ci ha fatto un po’ di punti per studiare. Poi ci rivediamo martedì della settimana dopo Pasqua, certamente lo dovremo affrontare. Per esempio, se prendiamo l’esperienza di Francia e Olanda, il fatto di poter contare su ragazzi, come avviene nella vita di tutti i giorni, che sono italiani ma i cui nonni sono vissuti non in Italia, è una cosa da affrontare. Questo mondo è un villaggio globale».